“Vietato lamentarsi” anche a Chieti


Chieti – Lunedì 15 ottobre arriva a Chieti “Vietato lamentarsi” di Salvo Noè, il professore che ha affascinato papa Francesco, dice un comunicato.
L’appuntamento all’auditorium del Rettorato con la prof.ssa Augusta Consorti e fra’Emiliano Antenucci, che con la sua “Vergine del Silenzio” ha conquistato il pontefice

Tutto nasce da un cartello, «Vietato lamentarsi», che lo psicologo siciliano Salvo Noè, ha regalato il 14 giugno scorso a papa Francesco, a margine dell’udienza generale. Due giorni dopo quel cartello è apparso sulla porta dell’appartamento privato del pontefice, nella residenza di Santa Marta, e ha fatto scattare una sorta di contagio virale. Anche perché il cartello prosegue così: «I trasgressori sono soggetti ad una sindrome da vittimismo con conseguente abbassamento del tono dell’umore e della capacità di risolvere i problemi. Smettila di lamentarti e agisci per cambiare in meglio la tua vita».
Con una sorta di imprimatur papale, Salvo Noè ha iniziato il suo tour per tutta Italia presentando il suo libro, «Vietato lamentarsi», che lunedì 15 ottobre alle ore 17.00 giunge a Chieti, con un evento che si terrà presso l’auditorium del Rettorato dell’Università “G.d’Annunzio”, in via dei Vestini.
A presentare il libro, oltre all’autore, ci saranno la prof.ssa Augusta Consorti, ordinario di Economia Aziendale presso l’ateneo teatino, e fra’ Emiliano Antenucci, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, inventore del corso «Silenzio, parla il Silenzio», noto per l’«Opera di Maria del Silenzio», che ha presentato a papa Francesco, ottenendone incoraggiamento e plauso, tanto che il 15 giugno 2016 dopo l’udienza generale il pontefice ha benedetto l’icona della Vergine del Silenzio autografandola.
Il libro di Salvo Noè, che oltre ad insegnare all’Università di Enna è consulente dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza per i quali tiene corsi motivazionali, nasce proprio dall’insistenza di papa Francesco sul tema della lamentazione e su una esperienza personale e familiare, in un contesto dove, ricorda l’autore, era in auge la frase “lamentati per stare bene”.


10 Ottobre 2018

Categoria : Cultura
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