C. D’Alessandro: caso Tua, 5 stelle responsabili dei contratti non rinnovati
Pescara – (F.C.). “Affidare le legittime speranze di lavoro degli internali ad un esponente dei 5 stelle e’ come affidare il sangue a Dracula. I contratti non rinnovati sono dovuti all’applicazione di un Decreto vergognoso, quello denominato Dignita’, voluto da Di Maio e dai 5 stelle, in tutta Italia sta producendo cio’ che ha colpito anche Tua, ovvero il mancato rinnovo dei contratti laddove si verifichino i 24 mesi gia’ maturarti o consumati quattro rinnovi. Portero’ il caso in Parlamento, ho predisposto una interrogazione urgente, per fare rispondere al Governo sul caso in carne ed ossa, come lo sono i precari non rinnovati di Tua”. Lo afferma in una nota il deputato abruzzese del PD Camillo D’Alessandro. “Il Decreto, scritto con i piedi, non prevede neanche norme di salvaguardia, ovvero per le aziende pubbliche, per prorogare contratti nelle more dell’espletamento dei concorsi, cosa che sta avvenendo a Tua, secondo me con troppa lentezza, ma sta accadendo . E’ evidente – prosegue il parlamentare – che i decisori pubblici, laddove sbagliassero nei rinnovi, con contenziosi ed eventuali soccombenza, poi rispondono direttamente alla Corte dei Conti e cio’ sta inducendo le Aziende e societa’ pubbliche ad agire con prudenza, grazie al Decreto Di Maio. Cosi’ ci troviamo a rischio servizi fondamentali su esigenze fondamentali del trasporto pubblico locale, ovvero la manutenzione e le officine. Ho chiesto al Consigliere delegato Maurizio Di Nicola di assumere una iniziativa verita’ , ma soprattutto di verificare la possibilita’ che la Regione Abruzzo, in qualita’ di socio unico, con rapporto in house, ovvero che esercita controllo analogo nei confronti di Tua, possa chiedere all’azienda di prorogare i contratti nelle more dell’espletamento dei concorsi, che vanno celebrati il prima possibile. Lavoriamo per risolvere i problemi, i 5 stelle abruzzese dovrebbero solo chiedere scusa ai lavoratori, ai precar, espulsi dal lavoro a causa della loro stupida propaganda”, conclude l’on. D’Alessandro.
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