Giustizieri e la scrittrice giornalista


TRA I SERVIZI DELLA BONANNI IL PETROLIO DI ALANNO – IL RICORDO DI UN EX RAGAZZINO DISEGNATORE –

L’Aquila – (G.C.) – Lo studioso Gianfranco Giustizieri ha presentato, con un caldo e partecipato successo, il suo ultimo lavoro dedicato alla scrittrice Laudomia Bonanni, rivelandola come giornalista, lavoro che svolse per anni non solo nei suoi famosi elzeviri , ma come cronista “di lusso”. La Bonanni non aveva automobile e si muoveva su mezzi a noleggio, quando poteva in compagnia della sorella Isa e del sottoscritto, suo nipote.
Raccontiamo in poche parole un servizio che una rivista specializzata chiese alla scrittrice sui pozzi di petrolio perforati negli anni Cinquanta ad Alanno. Un’anteprima di quell’Abruzzo petrolifero che in seguito ebbe tanta storia, e ancora ne ha. Ad Alanno – fra l’altro paese di nascita del sottoscritto – arrivammo su una comoda auto guidata da un giovane noleggiatore di nome Sansone. Laudomia impiegò ore a guardare, curiosare, scrutare ogni dettaglio, parlare con tante persone del posto e dei pozzi. Un ingegnerele spiegò non senza impegno come il petrolio si formava sotto t terra e in particolare perché usciva una volta raggiunto dalle trivelle. Laudomia era una magnifica penna e aveva una intelligenza sottile, penetrante, permeante, ma scarsa o nulla propensione alle scienze, ancora meno verso la tecnologia. Si librava più in alto, ma sentiva il bisogno di capire tutto, anche quello che le restava meno facile.
Per lei petrolio, pozzi, ma anche motori e meccanismi erano un mondo alieno.
Lo erano meno per chi scrive che, ragazzino, era munito di carta e matita con l’incarico di disegnare ciò che vedeva. La rivista non voleva foto, ma disegni.
L’articolo uscì molto ben impaginato e in risalto, come i disegni che lo corredavano. Fu la sola occasione in cui un modesto giornalista (allora non ancora) ebbe l’occasionedi collaborare con una scrittrice già molto importante, come zia Laudomia.
Indimenticabile e unico, quel viaggio ad Alanno, che molti sognavano come nuovo piccolo Texas abruzzese. I pozzi furono chiusi anni dopo. Era l’Adriatico ad annunciarsi come riserva petrolifera abruzzese. Con buona pace di ecologisti e ambientalisti (inesistenti in quegli anni). Si sarebbero fatti sentire anni dopo.


03 Ottobre 2018

Categoria : Attualità
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