Ciao, Professò


L’Aquila – Per ricordare e salutare Peppe Vespa Ugo Centi ha scritto su Controaliseo: “Incontrai per la prima volta Peppe Vespa nel 1976. Avevo 13 anni. Passeggiavo sotto i portici dell’Aquila. Con mio padre. Eravamo una “coppia fissa”, io e mio padre, sempre insieme. Lui, mio padre, si fermò con questo signore sorridente, gioviale, allegro: Peppe Vespa. Parlarono di politica, di cui entrambi, posso dirlo, erano appassionati.

Potrei citare mille episodi. Mille ricordi. Di una amicizia quarantennale con Peppe Vespa, che oggi ci ha lasciati. Ne cito uno solo, che pochissimi ricorderanno: i tentativi, nel 1979, di fare una lista civica al comune dell’Aquila. Non andati in porto. Si anticipava troppo quella che sarebbe stata la politica di molti anni dopo.

Oggi si dirà tanto di Peppe Vespa. Una figura, la sua, per certi aspetti controversa. Io lo ricordo come un “anarchico”, un libertario, uno che aveva il gusto di mandare chiunque all’altro paese sulla carta stampata. Senza tanti giri di parole. Mettendolo sotto sopra nella foto in prima pagina de “Leditoriale”. Affrontandone tutte le conseguenze. Che a volte avrebbero annientato anche un titano. Non lui. Che aveva una sua razionalità irriverente.

Non si può comprendere Peppe Vespa – che pur si è sempre aggiornato e sempre rapportato largamente con i giovani – se non si è vissuta quella che era la lotta politica dentro e fuori i partiti nell’Aquila degli annì settanta. Io, che per vicissitudini familiari, l’ho vissuta quella fase, posso dire di capire chi era Peppe Vespa, anche se non riesco ora a descriverlo con le parole.


27 Settembre 2018

Categoria : Attualità
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