Premio Di Venanzo: a Teramo Esposimetro d’Oro a M. Ballhaus
Teramo – (F.C.). L’ Esposimetro d’Oro alla Memoria della 23esimaa edizione del Premio Di Venanzo va a Michael Ballhaus, autore della fotografia tedesco, nato a Eichelsdorf il 5 agosto 1935, morto a Berlino l’11 aprile 2017. “Alfiere delle produzioni tedesche low-budget negli anni Settanta – come scrive Stefano Masi (Presidente della giuria del Premio Di Venanzo) nel suo ‘Dizionario mondiale dei direttori della fotografia’ – ha conquistato in seguito la fiducia di grandi registi della New Holliwood. Nell’opera di Ballhaus le densita’ pastose di un’immagine che affonda le sue radici nella tradizione dell’Espressionismo sono state messe al servizio dell’iperrealismo fassbinderiano e poi oltreoceano si sono coniugate con le allucinate ossessioni di Scorsese, soprattutto in ‘L’ultima tentazione di Cristo (1988), che resta il capolavoro di questo operatore tedesco”. Ballhaus e’ stato candidato per ben tre volte ai Premi Oscar: nel 1987 per Dentro la notizia di James L. Brooks, nel 1989 per I favolosi Baker di Steve Kloves e nel 2002 per Gangs of New York di Scorsese. La sua bravura e’ stata in qualche modo ricompensata nel 2016 con l’Orso d’Oro alla Carriera assegnatogli dal Festival di Berlino. Proprio con Martin Scorsese aveva collaborato altre cinque volte, la prima in Fuori orario (1985), l’ultima in The Departed (2006), passando per il magnifico Quei bravi ragazzi (1990), Il colore dei soldi (1986), L’ultima tentazione di Cristo (1988), L’eta’ dell’innocenza (1993). Una carriera iniziata subito nel segno del nuovo cinema tedesco, al fianco del gia’ citato Fassbinder, per cui e’ doveroso segnalare l’apporto alla fotografia in Le lacrime amare di Petra von Kant, Il mondo sul filo, Il matrimonio di Maria Braun e Lili Marleen; non mancarono nemmeno le incursioni nel cinema hollywoodiano meno impegnato, da Una donna in carriera e Air Force One a Tutto puo’ succedere. Nel 2014 pubblico’ la sua autobiografia, Bilder im Kopf, in cui rifletteva per la prima volta sulla perdita graduale della vista a causa del glaucoma. Queste le dichiarazioni di Martin Scorsese sulla morte dell’amico e collaboratore di lunga data, per capire la levatura di un autentico maestro della fotografia: “Per oltre vent’anni io e Michael Ballhaus abbiamo avuto una vera comunione creativa, e un’amicizia intima e duratura. Quando ci incontrammo la prima volta, lui aveva gia’ fatto la storia del cinema con Rainer Werner Fassbinder e io lo veneravo. Era una persona squisita – continua Scorsese – e aveva sempre un sorriso caldo anche nelle situazioni piu’ difficili. Iniziammo a lavorare insieme negli anni Ottanta, in un periodo di declino della mia carriera. E fu Michael a restituirmi l’entusiasmo di fare cinema – E conclude – “Per lui, nulla era impossibile. Se gli chiedevo di fare qualcosa di difficile, si metteva al lavoro con entusiasmo: non mi diceva mai cosa non potevamo fare, e amava le sfide. Era un grande artista. Era anche un amico prezioso e insostituibile, e questa e’ una grande perdita per me”.
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