Premio Internazionale Fotografia Cinematografica G. Venanzo: Esposimetro d’Oro a P. Edelman
Teramo – (F.C.). La giuria della 23esima edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo, presieduta dal Presidente Stefano Masi, critico e saggista cinematografico, ha deciso di assegnare l’Esposimetro d’Oro per un film straniero a Pawel Edelman per il film Quello che non so di lei diretto da Roman Polanski. Il film sara’ proiettato lunedi’ prossimo 1 ottobre, alle ore 18.00, presso la sede di Teramo Nostra. Sabato 13 ottobre ottobre Pawel Edelman sara’ a Teramo per ritirare il riconoscimento nel corso della cerimonia di premiazione che si terra’ nel cineteatro Comunale. La collaborazione con l’85enne regista, iniziata con il pluripremiato Il pianista (2002) e passata poi per Oliver Twist (2005), L’uomo nell’ombra (2010), Carnage (2011), Venere in pelliccia (2013), e’ arrivata al sesto film firmato e filmato insieme. Quello che non so di lei (D’apre’s une histoire vraie) e’ un film del 2017 diretto appunto da Roman Polaski e fotografato da Pawel Edelman, con protagoniste Eva Green e Emmanuelle Seigner. Il film e’ basato sul romanzo Da una storia vera di Delphine de Vigan. Trama: Delphine (Seigner) e’ una scrittrice che ha raggiunto il successo con il suo primo romanzo, incentrato sulla figura di sua madre. Ella tuttavia inizia a ricevere delle lettere anonime che l’accusano di aver esposto pubblicamente la propria famiglia. Colpita dal “blocco dello scrittore”, Delphine incontra ed inizia una relazione con la misteriosa Lei (Green), una giovane donna seducente e spontanea che sembra conoscere Delphine meglio di chiunque altro. Il film e’ stato presentato in anteprima, fuori concorso, al Festival di Cannes 2017. E’ stato distribuito in Francia dal primo novembre 2017, mentre nelle sale italiane e’ stato distribuito dal primo marzo 2018. Pawel Edelman, Autore della fotografia cinematografica polacco, nato a Lodz il 26 giugno 1958, e’ ormai annoverato, come scrive Masi nel suo Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, ‘tra i piu’ vigorosi talenti artistici emersi nel ricco bacino dell’Europa orientale, si e’ imposto sin dalla seconda meta’ degli anni Novanta in patria grazie al suo lavoro per il film Kroniki domowe (1997) di Leszek Wosiewicz’. Deve la sua notorieta’ internazionale principalmente alla fotografia drammatica e contrastata del capolavoro di Roman Polanski Le pianiste (2002; Il pianista), Palma d’Oro a Cannes, che gli ha procurato il Prix Ce’sar, l’European Film Award, nonche’ candidature all’Oscar, al Bafta e al premio annuale dell’American Society of Cinematographer. In virtu’ di questo prestigioso biglietto da visita Edelman si e’ visto aprire le porte della grande industria, a Hollywood, dove ha subito dimostrato le sue straordinarie qualita’ firmando le immagini di un film difficile, ambizioso e raffinato quale Ray (2004) di Taylor Hackford…Edelman aveva compiuto studi professionali all’Accademia cinematografica di Lodz dal 1984 al 1990, girando anche un gran numero di cortometraggi, documentaristici e di finzione, sia come direttore della fotografia, sia come registadopo il diploma esordi’ come direttore della fotografia firmando le immagini della movimentata commedia Kroll (1992) di Wladislaw Pasikowski, premio per la miglior regia e la miglior fotografia al festival del cinema polacco di Gdynia. Nel 1994 Edelman aveva iniziato a collaborare con uno dei maestri storici del cinema polacco, Andrzej Wajda, fotografando un film di derivazione letteraria prodotto dalla televisione giapponese, Nastasja, tratto da “L’idiota” di Dostoevskij. La sua collaborazione con Wajda si dipano’ attraverso altre due pellicole di matrice letteraria: il kolossal storico Pan Tadeusz (1999) e la farsa in costume Zemsta (2002)… A queste fecero seguito altri due film girati con Wajda: Katyn (2007), che narra la vicenda del massacro di 22.000 ufficiali e soldati polacchi, tra cui il papa’ di Wajda, trucidati nella foresta di Katy nel 1940 dall’NKVD per ordine di Stalin, e Tatarak (2009). Poi, dal 2010 ad oggi, i suoi ultimi quattro lavori sono quelli firmati da Roman Polanski. E questo e’ quello che dice il direttore della fotografia polacco del suo lavoro con Polanski: “Ora lo conosco molto bene e so esattamente qual e’ la mia posizione durante le riprese, qual e’ il mio posto. Mi sento completamente libero di creare le luci – questo e’ l’ambito in cui ho spazio di manovra e’ molto ampio. Tutto il resto – la posizione della macchina da presa, dove si posizionano gli attori nell’inquadratura, etc. – questo e’ il suo lavoro. Per me e’ importante, quando accetto un progetto, fare un lavoro che sia completamente al servizio del film, che racconti la sua storia”.
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