Regionali, centrodestra ribollente, M5S in agguato, PD in alto mare


L’Aquila – Fra qualche giorno gli abruzzesi sapranno quando voteranno per la Regione. Solo i politici sono convinti che il popolo di questa terra decisamente in declino abbia perso il sonno in attesa che si sveli l’arcano. In realtà, se i politici capissero qualcosa in più del loro tornaconto, sarebbero consapevoli che la data del voto è l’ultima preoccupazione ds queste parti.
Dicevamo del tornaconto di chi aspira a consumare potere. Bisogna anche saperselo guadagnare, questo ritorno nelle capaci sacche di benefici che sono pur sempre rilevanti, se in tanti se li disputano.
Basandoci sulle cronache, vediamo di capirci qualcosa. Ormai i politici si esprimono (spesso anche poco correttamente dal punto di vista della lingua italiana) parlano quasi solo sui social, quindi vai a capire…
Il PD sta frettolosamente rinnovandosi, dopo le batoste che ha preso anche in Abruzzo, e conferma la propria inadeguatezza. Avrebbe dovuto farlo da tempo, subito dopo il 4 marzo, e lo fa solo adesso. Somiglia sempre di più al quadretto della bave che affonda e dei topi che fuggono. Difficile che possa combinare qualcosa alle regionali. Per ora vive di luce riflessa da Lolli, ma un bvuon Lolli non basta – crediamo – a tappare falle e disfatte di tanti cattivi Tizio e Caio.
Il centro destra fa quello che meglio sa fare: zuffe, spallate, strepiti, ambizioni smisurate, lotta anche penosa per un candidato. Non si rassegna alla crescita della Lega. Non comprende, come non ha mai compreso, che soltanto grazie ad una forte unione (con la Lega leader per forza di cose) potrebbe vincere.
In questo modo, fa il gioco dei Cinquestelle che, pur avendo anche loro i difettucci germogliati dal potere elargito dagli elettori, una scelta di candidatura l’hanno fatta: Sara Marcozzi. Come volevasi dimostrare e come dicevamo da mesi, pur senza essere dei tuttologi e dei santoni della politicologia più barbosa e spocchiosa.
Di questo passo le elezioni saranno un campo di battaglia tra due schieramenti che contano (centrodestra e M5S) e un terzo luogo kafkiano indefinibile, animato da oscure fluttuazioni (non quantistiche) tutte modestamente poco significanti.
Spettatori, gli abruzzesi, o meglio i pochi che ancora riescono a destarsi dal torpore delle cronache politiche, per interessarsi a qualcosa o qualcuno. Distanti e silenziosi come sono oggi sulla data delle elezioni. Di cui, intenda chi deve, non frega niente a nessuno, tranne che ai candidati veri, presunti o illusi.


15 Settembre 2018

Categoria : Politica
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