Calcinbacci cavalcavia, il degrado era da mesi sotto gi occhi e gli obiettivi


L’Aquila – La caduta dei calcinacci dal cavalcavia San Giacomo dell’autostrada nell’area urbana di San Giacomo, periferia est dell’Aquila, è soltanto la normale conseguenza di ciò che tutti avevano sotto gli i occhi ogni giorno. Tutti meno i gestori dell’autostrada e le autorità aquilane. A cominciare dal sindaco. Oggi L’Aquila colleziona un’ennesima figuraccia da terzo mondo nei telegiornali nazionali Mediaset, come spediscono inviati a riprendere i calcinacci caduti.
La situazione di degrado dei manufatti (non solo a San Giacomo, naturalmente) era stata denunciata e fotografata, più di una volta, dai mass media. Prima e dopo il casdo Genova. Era quindi ben nota a chi ha preferito non alzare un dito e dormirci sopra.
Il degrado dei manufatti è generalizzato, e si manifesta nel corso di tempi molto lunghi. Non si tratta di lesioni o spaccature, che spesso appaiono all’improvviso. Il cemento di copertura si degrada, si gonfia e cade, lasciando scoperte le armature metalliche, che si ossidano e possono cedere. Si tratta di processi che sempre richiedono lunghi tempi, sufficienti a consentire di programmare ed eseguire velocemente gli interventi necessari. Spesso assolutamente necessari quando a scoprirsi sono le travi portanti dei viadotti.
Senza entrare negli aspetti tecnici (ci si augura che la tenuta dei manufatti sia monitorata, sperando che Genova sia un caso isolato) usando la semplice logica e non il sensazionalismo di certi telegiornali inzuppati di finte emozioni e di finti scoop, bisogna chiedere perché gli interventi avvengano sempre dopo gli eventi: ora il gestore sostiene di voler rattoppare i viadotti in tempi brevi. Non lo fa sapere con note ufficiali, ma sussurrando alla tv che vuole farlo.
Quindi due aspetti assurdi: degrado vistoso, lento e sotto gli occhi di tutti. Interventi solo dopo la caduta di calcinacci. Mutismo e occhi chiusi di chi dovrebbe vigilare per garantire la salute pubblica e l’incolkumità delle persone.
Questa è la situazione. Possiamo chiederci a chi siamo affidati?


11 Settembre 2018

Categoria : Attualità
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