Inferno bianco, parte denuncia Prefetto
L’Aquila – E’ pronto per essere consegnato alla Procura dell’Aquila il dossier sull’inferno bianco che ha inflitto nove ore di disagi, sofferenze, rischi, paura e disperazione a centinaia di automobilisti, autisti di bus, camionisti, e a tutti i loro passeggeri, la notte tra martedì e mercoledì sull’autostrada A-24. Come mostrano chiaramente foto inviateci con i telefonini da chi era intrappolato nel blocco, la neve non era neppure tanto alta da giustificare ciò che è capitato: al massimo 20 centimetri misurando dove il manto era quello depositato, e non il risultato di sovrapposizioni e accumulazioni. Niente di davvero eccezionale, solo la paurosa improntitudine di chi aveva il compito di garantire la sicurezza degli utenti lungo un’autostrada dal pedaggio salitissimo e soggetto a continui adeguamenti. L’ultimo poche settimane fa. Il Prefetto dell’Aquila non ha atteso certamente i notiziari per intervenire con decisione e fermezza. La sera di martedì aveva già assunto una posizione chiara e ferma: qualcuno dovrà pagare per quanto sta accadendo. La radio e qualche notiziario più documentato e corretto parlavano di coda di 20 km di auto sotto la bufera. Chiarissimo, per il Prefetto Gabrielli che è innanzi tutto un poliziotto, che erano stati già commessi gravissimi errori: aver consentito ai mezzi privi di catene l’ingresso in A-24 verso L’Aquila ignorando le condizioni del tempo già in atto, aver ignorato che alcuni tir erano già di traverso e chiudevano i passaggi, aver tenuto aperta l’autostrada lasciando passare centinaia di veicoli, non aver diffuso informazioni corrette e tempestive alla gente, aver poi portato soccorsi frammentari, non tempestivi, come riferito poi da chi è stato intervistato a inferno bianco passato. Una frana totale di ogni tipo di organizzazione, la cui gravità è evidenziata oggi dal fatto che con la nuova nevicata, tutto ha funzionato come doveva. La prova, dice il Prefetto, che se si vuole si può. Dossier in Procura, mentre fioccano scuse, spiegazioni, scaricabarile, minacce di richieste di danni e di azioni legali. Il coro di chi vuole, forse, salvarsi la poltrona e magari accusare altri per scagionare se stessi. (Nella foto pubblicata dal Centro, le auto bloccate sulla A-24: come si vede, la neve non è certo molto alta)
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