AUTOSTRADE, UN’ALTRA PAGINA VERGOGNOSA
L’Aquila – Voci spesso incontrollate, foto allarmanti, dicerie sotterranee. Mai una fonte qualificata che dica chiaro e forte come stanno le cose, di chi sono le colpe, chi pagherà e quanto e quando. Solo un ministro che farfuglia, promette, si impegna, pare annaspare. Anche perché si annaspa facilmente quando occorre un mare di soldi per intervenire.
E allora noi abruzzesi – inchiodati da nove mesi all’obbligo di pedaggi smisurati (che stanno per aumentare a fine anno) – avremmo delle domande da porre, alle quali gradiremmo risposte da paese responsabile e consapevole, specie dopo i 43 morti di Genova.
La prima domanda è: viaggiamo sicuri sulle autostrade abruzzesi? Sia quelle della società autostradale che quelle di Strada dei parchi? C’è qualcuno che possa fornire garanzie attendibili in questa storia vergognosa e inquietante? La domanda è pressante dopo che si è scoperto che controlli veri non se ne facevano da anni: problemi di soldi, di personale scarso, di burocrazia pastosa e micidiale.
Quello che si è scoperto è vero o falso per l’Abruzzo?
Le condizioni allarmanti dei piloni scortecciati con il ferro in bella vista implicano rischi? Perché si è permesso che si arrivasse a tali condizioni, senza intervenire in tempo? La manutenzione si fa o non si fa? La scopertura del ferro delle armature nel cemento non avviene in poche ore, ma in mesi e anni. Chi doveva agire e non lo ha fatto? Chi è ancora al suo posto e doveva essere sbattuto fuori?
Abbiamo solo l’obbligo odioso di pagare gli aumenti dei pedaggi, o le concessioni sono da rivedere?
Forse la sola idea valida l’hanno avuta alcuni sindaci, che chiedono la sospensione dei pedaggi per tutti, fino a lavori di sicurezza e manutenzione eseguiti. Ma come capita spesso a chi ha ragione, sognano.
Siamo sempre stati dalla parte della legalità e dei diritti, anche quelli dei signori dei viadotti. Ma la sicurezza viene prima di ogni altra cosa. Nei paesi non cialtroni è così.
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