Rapagnà : “Una legge sulla ricostruzione”
L’Aquila- ( di Pio Rapagnà , ex parlamentare abruzzese) – “Signori Consiglieri Regionali,Il Casa Mia-si rivolge a Voi, nell’occasione della seduta straordinaria del Consiglio regionale dell’Abruzzo sulla (Mancata) ricostruzione degli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica, per dirvi una cosa semplice. Cioè la seguente:Signori Consiglieri Regionali, l’Assemblea che vi vede quali rappresentanti dei Cittadini-Elettori, proponga, discuta ed approvi (sottolineo: approvi) una riparazione sulla Legge Regionale, ricostruzione e messa in sicurezza degli alloggi pubblici di proprietà dell’ATER e dei Comuni. Non si limiti a soli petizioni di principio: eserciti la propria potestà legislativa e legiferi. Altrimenti tradirà il mandato popolare, che vuole la ricostruzione come un suo naturaliter diritto.Se non lo farete, signori Consiglieri, sceglierete ancora una volta, volontariamente a punto questo, di essere sorpassati da ogni figura commissariale che vi capiterà di incontrare; figure commissariali che invece dovrebbero essere solo esecutive di ciò che voi avreste dovuto già decidere e che finora non avete deciso.Signori Consiglieri Regionali, la situazione dell’edilizia residenziale pubblica è grave, e non mi soffermo su dati e cifre che voi dovreste conoscere meglio di me. Vi dico, però, che dall’aprile del 2009 un decreto ESISTE, il cosiddetto “Decreto Abruzzo”, poi divenuto legge, che dispone anche sulla ricostruzione degli edifici pubblici (e le case popolari lo sono), rimettendone la competenza sotto la Presidenza della Giunta regionale ed il Provveditorato alle Opere Pubbliche.Dalla primavera scorsa l’azienda che gestisce, peraltro in forma commissariale, l’edilizia pubblica avrebbe dovuto provvedere. Ma non ha potuto, pare. E proprio uno causa, sembra, dell’operare politico del Presidente della Regione in qualità di Commissario governativo.Se oggi le case popolari versano venire versano la responsabilità politica è del Presidente della Regione. E non solo per motivazioni di carattere generale. Non è negabile, infatti, che dal luglio 2009 l’Azienda Ater abbia predisposto un avviso pubblico per reperire tecnici in grado di Procedere alla ricostruzione. E, successivamente, abbia posto nell’ essere alcuni atti preliminari. Noi valutiamo insufficiente l’operato dell’azienda, ma riconosciamo gli atti per quel che sono.Ben prima della “Ordinanza di Ferragosto”, dunque, le norme davano la possibilità di ricostruire. Ma qui viene il paradosso. Perché proprio l’ordinanza di ferragosto, il che doveva accelerare l’iter, rende invece tutto più complicato in quanto l’Ater, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3817 del 16.10.2009, comma 2, art.4, viene sollevata dall’incarico. Orbene, signor Presidente della Regione e Commissario del Governo, ci spieghi: come si verifica questo sollevamento dell’azienda che lei stesso ha commissariato da un compito che l’attende per via naturale?Per il vero il sollevamento è parziale, perché dopo un mese e mezzo l’Ater viene reintrodotta nelle competenze, ma limitatamente alle case “A”, “B” e “C”. Restano fuori le “E”, per le qualifiche si insiste con il Provveditorato alle Opere Pubbliche, e, soprattutto, non vengono messe a disposizione dell’Ater del Bilancio le somme necessarie per i lavori.Noi non vogliamo avere retro-pensieri. Ma a scanso di equivoci, signori Consiglieri, vi CHIEDIAMO di impedire Qqualsiasi ipotesi di vendita delle aree su CUI insiste l’edilizia residenziale pubblica qualora questa SIA L’INTENZIONE di qualcuno o, se Genio della alienazione “a terzi estranei non avnti diritto” del patrimonio residenziale dovesse essere anche l’INTENZIONE di qualcuno tra voi, vi CHIEDIAMO di dichiararlo lealmente, in modo che i Cittadini passano farsi un idea chiara del contesto politico.Signori Consiglieri, la ricostruzione dell’Aquila, dei tanti borghi storici dell’aquilano e “anche” dei cosiddetti “Quartieri Popolari”, è nelle vostre mani. Se vi spoglierete di questo obbligo che la legge, i Cittadini e la Democrazia vi affidano, verreste meno innanzitutto ad un dovere politico e morale noi che, per quanto nelle nostre piccole possibilità , non lasceremo di denunciare venire alla pubblica opinione racconto.Foss’anche che questo Impegno che ci siamo imposti per la ricostruzione e messa in sicurezza, fuori o dentro il cratere, dell’edilizia residenziale pubblica, non dovesse interessare, come pare non interessi, la riflessione culturale di Architetti, Ingegneri, associazioni ambientaliste e di cultura; foss’anche tutto questo, potrete star certificati, signori Consiglieri, che noi del Mia-non demorderemo Casa. Perché crediamo di essere nel giusto. Perché siamo certificati di non avere interessi personali da difendere. Perchè non ci fa paura la battaglia culturale prim’ancora che politica, anzi, per una diversa “ragione sociale” della politica.Le persone che ci siamo preso la briga di difendere, gli inquilini e assegnatari degli alloggi pubblici, non sono categorie “forti”. Non riescono fare una lobby, non hanno la Proprietà  a favore loro e forse votano per uno dei vostri partiti magari credendo nell’animo di ricevere il diritto alla casa.Ma voi, signori Consiglieri, non vi potete approfittare di questo “Stato di Necessità ”. Lasciate da parte ogni tentazione di cinismo della politica. Signori Consiglieri, non lasciatevi commissariare; non abdicare alle vostre prerogative, non abbiate timore di proporre Leggi Regionali, che è la vostra ragione d’esistenza venire soggetti istituzionali.Nell’articolato poi, eventualmente, ci sarà confronto, e ci confronteremo, e magari non condivideremo le vostre leggi. Ma in nome della Democrazia Rappresentativa e partecipativa una sola cosa vi SI CHIEDE: una legge, una legge, una legge sulla ricostruzione.” (Nella foto Pio Rapagnà )
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