Lettere – Turismo in Abruzzo, ma dove vogliamo andare?
L’Aquila – Riceviamo dal dr. Vicente Ricotti, residente in provincia dell’Aquila: “Leggo sui giornali oggi 21 il calo di presenze e arrivi denunciato dagli albergatori. Metto insieme ciò che riferiscono i giornali, cioè poche cose certamente, ma significative. Presso Rocca Calascio (posto definito da Alberto Angela in tv uno dei più belli d’Italia) rifiuti in abbondanza e contenitori debordanti quindi non svuotati. I cunicoli di Claudio nella Marsica, restaurati, strombazzati, annunciati, ma chiusi a Ferragosto ai visitatori: manca un gestore. Le manifestazioni estive aquilane sono prossime, ma nessuno ne è informato. E così, via evito elenchi per non infliggere un’immagine detetriore della nostra terra a chi ha la bontà di visitarla e spesso vi resta basito e sorpreso, non favorevolmente.
Ho trascorso dieci giorni di Trentino poco prima di Ferragosto. Pulizia ovunque, ordine, servizi INECCEPIBILI (compresa una guardia medica di cui ho avuto bisogno) neppure una panchina fuori posto, vigilanza nei boschi, niente incendi o disservizi, trattamento gradevole, e in fin dei conti anche prezzi onesti. Ogni albergo fornisce informazioni su tutti gli eventi nel comprensorio, indica come raggiungerli senza usare l’auto. Insomma, un posto distante non 700 km da noi, ma settecento anni. Turismo, ma dove andiamo in Abruzzo?
(Ndr) – Semplice la risposata: in nessun posto. Infatti come dicono gli albergatori, andiamo indietro. E meno male che grazie alle piogge di giugno, finora non è mancata l’acqua come ogni anno. Ne abbiamo tanta, compresa quella sporca di fiumi e mare.
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