Di Pangrazio su mancati introiti Ici-Tarsu


L’Aquila – “La metà dei trasferimenti statali ai Comuni del cratere, per i mancati introiti Ici e Tarsu, serviranno appena a coprire il 20% dei tributi non incassati” : è quanto ha rilevato il direttore generale della provincia Giovanni di Pangrazio, al convegno Ardel Italia centrale (Associazione ragionieri Enti locali) nella sua qualità di presidente, in un confronto tra amministratori sugli effetti della Finanziaria 2010. Una vera e propria scure, per i piccoli comuni, che dal 2011 vedranno eliminati i difensori civici, i consorzi con i quali si organizzano per gestire i servizi, ridotto il numero dei consiglieri, eliminati i circondari della province “una serie di decreti spot – secondo Di Pangrazio – con i quali si confonde l’opinione pubblica per un’operazione di apparente risparmio, quando gli enti locali fanno i salti mortali per sopravvivere”.
I veri sperperi non si annidano nelle piccole amministrazioni, secondo quanto emerso dal confronto, visto che spesso amministrano poche centinaia di euro, ma in enti territorialmente più vasti, come le Regioni, che pure nessuno controlla nell’attività legislativa, né la mannaia dei tagli tocca, la loro autonomia di spesa.
I Comuni sono accusati spesso di irregolarità, è infatti in discussione un disegno di legge, che punta a rafforzare i controlli sugli enti locali, in modo da combatterne, secondo il Governo, la corruzione: “i controlli già esistono – ha rilevato Di Pangrazio – inutile scaricarne altri, bisogna rendere invece le norme più fluide e snelle in modo da poter facilitare l’operato pubblico, facendo in modo che la politica non attacchi i controllori, come spesso avviene, che devono essere invece liberi di agire proteggendo così i cittadini dagli abusi”.
Gli amministratori non ci stanno, a veder stringere la morsa dei controlli esclusivamente intorno al loro operato, quando lo stesso Governo ha lavorato per dar vita alla Protezione civile spa, con poteri tali, da agire in deroga alle norme. Riguardo la gestione degli appalti post sisma, “regole e procedure vanno riviste, in modo da non dover supplire con le deroghe dell’emergenza”, per cui la Legge Merloni sugli appalti è giudicata “datata ed ingessata”, come pure quella sui rifiuti, per il presidente Ardel-Italia centrale, “è troppo rigida ed impedisce qualsiasi intervento, perché subito sanzionato: se continuiamo così – ha aggiunto – negli anni, nessuno vorrà più fare il Sindaco o altrimenti si rischierebbe la paralisi totale”.
Gli enti locali stanno facendo i conti con un’amministrazione centrale confusa, che gli scarica addosso la responsabilità di corruzione e sperperi, senza peraltro chiarire l’obiettivo dei tagli, un meccanismo vischioso, che rischia di stritolarli: “la Regione Abruzzo sta lavorando alla costituzione di un Ato unico – ha rilevato Di Pangrazio – mentre lo Stato li elimina completamente, attribuendo dal 2011 l’autorità sull’acqua e sui rifiuti alle Province, che dovranno controllare le società che gestiscono tali servizi, spesso vere e proprie holding e al di sopra delle amministrazioni, con cui dover fare i conti. Eppure, – ha concluso – i controlli continuano a concentrarsi solo sugli enti locali e sui piccoli comuni”.
(Nella foto Col: Il dr. Giovanni Di Pangrazio, direttore generale della Provincia dell’Aquila)


10 Marzo 2010

Categoria : Cronaca
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