Quando della neve non avevamo paura…


L’Aquila – Riceviamo: “Caro direttore, negli anni Sessanta insegnavo da precario a 90.000 lire mensili nei paesi più disagiati dell’Aquilano, tra cui Campotosto. Bisognava raggiungerli (credo che tu ne sappia qualcosa…) ogni mattina in auto (spese a nostro carico, ovviamente) e montare le catene ogni mattina, perchè allora nevicava, togliendole ogni pomeriggio al ritorno. Le nostre mani erano insanguinate, piene di geloni e lividi. Ma accadeva di rado che qualcuno non arrivasse in orario. Mi viene da ridere con quel che è successo ieri sulla A-24, con venti centimetri di neve e un po’ di vento: gli enti hanno mezzi che costano milioni di euro, usano quantità enormi di carburante, pagano decine di dipendenti. E basta un mezzo pesante di traverso sull’autostrada per bloccare tutto e fare una tragedia, che voi mass media gonfiate con toni enfatici ed esagerati. Se noi mettevamo le catene ogni giorno, perchè questi incoscienti non le portano neppure a bordo, o sono talmente ubriachi e drogati da non saperle montare? Ho percorso da aprile a oggi 26.000 km tra la costa e L’Aquila, e mai neppure una volta per sbaglio qualcuno mi ha chiesto ai caselli se avevo le catene a bordo dell’auto, o le ruote termiche. Eppure c’è scritto che sono obbligatorie! C’è una nevicata in arrivo, prevista anche dall’ultimo incompetente meteorologo (altra categoria che ti raccomando…), e nessuno (polizia, gestori, protezione civile, mago Merlino o chi vuoi tu) chiede ai mezzi pesanti se hanno almeno a bordo le catene? Neppure ad un autobus di linea, poi rimasto intrappolato? Caro direttore, qui c’è da mandare a casa uno stuolo di incapaci a tutti i livelli, ma come scrivi tu, non accadrà proprio un beneamato tubo: siamo in Italia, il paese dove non si sanno neppure depositare le liste elettorali… “. Firmato: Ettore P., insegnante in pensione.
(Ndr) – Che si enfatizzi tutto è vero, come è vero che molti cronisti, specie della tv, sono dei comici per le scemenze che dicono: tre centimetri di neve sono “un’abbondante nevicata che ha messo in ginocchio la città”, come raccontava ieri una cronista impellicciata e firmata da capo a piedi, con tanto di “r” moscia e strafalcioni incorporati nel linguaggio. Un’incompetenza che pervade tutto e tutti, e si trasmette nei disagi e nelle emergenze, dove a funzionare sono solo i vigili del fuoco, i meno pagati e rispettati dallo Stato. (Nella foto le gomme chiodate che si usavano una volta contro il ghiaccio)


10 Marzo 2010

Categoria : Dai Lettori
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