Rapagnà , gentile e libero paladino della gente
L’Aquila- (G.C.) -Pio Rapagnò, troppo presto accomiatatosi da questo mondo sempre più grossolano e sboccato, è stato un gentile paladino dei bisogni della gente, un paladino caduto nei nostri luoghi dall’antica Europa nascente di Carlo Magno.
Lo abbiamo conosciuto molti anni fa e spesso lo avevamo ospite in tv, lui semplice e sincero, accalorato nelle sue idee ma mai aggressivo o ruvido con gli avversari. Credeva come pochi o nessun altro in quel che diceva, in un mondo politico già allora simile ad un braccio di mare infestato da pescicani. Tant’è vero che fu deputato una sola volta, e nessuno lo sostenne per continuare ad esserlo. Eppure di bene alla gente ne aveva fatto e ne avrebbe fatto ancora. Se i potenti e i partiti non lo avessero da bucanieri – quali erano e sono – emarginato e tenuto alle corde.
Troppo buono, onesto, anche ingenuo, Pio Rapagnà . Un agnello sacrificale nelle fornaci del potere. Una sorta di Giovanna d’Arco in sciarpa rossa, quel rosso che da sinistra lo temeva e lo manteneva ai margini.
Noi lo abbiamo sempre rispettato, abbiamo sempre ammirato la sua libertà pulita e convinta, il suo candore umano e politico. Come molti che dovrebbero esserci molto a lungo, c’è stato molto poco. La sciarpa rossa vola verso le nuvole dell’Adriatico, dalla sua Roseto.
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