FdI: “Università in cerca di nome”
“Chieti – Riceviamo da Fratelli d’Italia: “Università dell’ Adriatico Gabriele d’Annunzio Chieti-Pescara? Università della Majella, o perché no degli Appennini ,ma anche del centro Italia per non scontentare nessuno .
È di pochi giorni fa la notizia secondo cui il Magnifico Rettore dell’ Università più importante d’Abruzzo con sede a Chieti ha deciso di proporre un cambio di nome all’ateneo.
È arduo per i non addetti ai lavori far proprie le motivazioni di una tali scelte, siano esse di natura economica piuttosto che accademica, tuttavia arrovellarsi il cervello su questo interrogativo è insensato. Infatti tale proposta risulta chiaramente preoccupante e sintomatica di un malfunzionamento procedurale posto alla base. Quale progetto nel lungo termine risulterebbe imprescindibile da un cambio di nome? Può un cambio di nome, onorabilissimo e vanto di una storia radicata negli anni, creare vantaggio in un futuro prossimo? La risposta è chiaramente no. O meglio: la denominazione di un istituzione è visibilmente slegata da qualsiasi indirizzo “aziendale” a meno che – e qui noi siamo abituati a non aver più bisogno di indizi per ottenere prove – ci sia l’ intento di portare avanti il cosiddetto ” scivolamento costiero”. Un fenomeno diffuso ma che diventa piaga sociale nel momento in cui ogni polo d’eccellenza e peculiarità dell’entroterra collinare e montano abruzzese venga forzatamente trasportato a valle lasciando vuoto e desolazione dietro di se.
È questa una politica che mai con cosi tanta prepotenza è stata applicata nei confronti della città di Chieti negli ultimi 5 anni , partendo dallo scippo di alcuni importanti uffici e sedi istituzionali, passando per ultimo al nosocomio teatino.
Siamo stufi del dover assistere ogni mese ad un nuovo scippo ed invece di pensare a come delocalizzare dalla nostra città è arrivato il momento da parte dei principali operatori cittadini di dare risposte concrete al territorio che li ospita incentivando e portando a compimento progetti volti ad una maggiore integrazione sociale economica e culturale come può essere ad esempio nel caso universitario la riqualificazione di tutta l’area del “Villaggio del Mediterraneo”, ad oggi nient’altro che un’interminabile distesa di cemento.
Per troppi anni ci siamo presi silenziosamente prime pagine di giornali in cui il nome di Chieti veniva accostato a scandali di ogni sorte ed armadi murati nelle stanze del Rettorato. Ora è il tempo di risposte, non di giochini.
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