Procura di Pescara: tragedia Rigopiano, L. D’Alfonso interrogato
Pescara – (F.C.). E’ stato interrogato per circa due ore il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, indagato nell’ultima tranche dell’inchiesta della Procura di Pescara sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Penne), travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provoco’ 29 morti. Questo filone riguarda la mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv). D’Alfonso, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Giuliano Milia, e’ stato interrogato dal procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta. Presenti anche i carabinieri forestali con il tenente colonnello Annamaria Angelozzi. A giudizio dell’accusa, D’Alfonso, al pari degli ex governatori Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, di Enrico Paolini subentrato a Del Turco da luglio a dicembre 2008, e degli assessori Tommaso Ginoble Mimmo Srour, Daniela Stati, Gianfranco Giuliante e Mario Mazzocca, avrebbe omesso “di intervenire presso i funzionari responsabili del servizio di protezione civile, richiedendo e sollecitando tempestivamente l’attuazione e l’esecuzione degli obblighi della legge regionale 47 del 1992 e, in particolare, la redazione e realizzazione della carta di localizzazione dei pericoli da valanga per tutto il territorio della regione”. A D’Alfonso, Mazzocca, Silvio Liberatore, responsabile della sala operativa della Protezione civile, e Antonio Iovino, dirigente del servizio di programmazione di attivita’ della Protezione civile, viene contestata anche la tardiva convocazione del Comitato operativo regionale delle emergenze. In totale l’inchiesta conta 39 indagati, tra loro ci sono anche l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, e il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. I reati ipotizzati vanno, a vario titolo, dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico, alla rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
Non c'è ancora nessun commento.