Lettere – La citta` (?) in stato pietoso e si discute sulla “dama”!
L’Aquila – Da Franco Taccia riceviamo: “Al Direttore di Inabruzzo. – Come ovvio il Suo giornale ha descritto per tempo l’assurdo che viene diffuso a piene mani con la storia della dama ( conferma dello “scacco” alle speranze di rinascita de L’Aquila). Da aquilano piu’ che stagionato non posso che rilevare quanto la china che non da oggi vede scivolare tutto verso il nulla diventi sempre piu’ evidente. Pare che ci siano due realta` distinte, una che ha occhi per la “dama” e l’altra ahinoi reale. Da un lato il degrado sempre piu’ insopportabile che investe tutti gli aspetti della vita (quale, poi?) cittadina e dall’altro l’evidente inadeguatezza di chi, da anni, non e’ in grado di trovare soluzioni accettabili per la quotidianita’. Giardini (?) pubblici ridotti a letamai (es. quello su viale don Bosco, per giunta molto piccolo, ridotto come una giungla), strisce pedonali da anni invisibili, tranne che in pochissimi punti, strade che sembrano bombardate, macchine a velocita’ folle dovunque, segnaletica servizi bus costituita da un cerchione per auto che regge un paletto ed una targhetta, ecc ecc ecc ecc.
Pero’ ci si impegna per fare la guerra santa contro qualche venditore di frutta che espone la merce sul marciapiede mentre qualche altro puo’ requisire anche un tratto di strada come fosse il cortile di casa. Ad addolcire le amarezze c’e’ tutta la frenesia in vista di qualche manifestazione estemporanea che aumenta soltanto lo sconforto degli aquilani. Non c’e` e non c’e` e mai c’e` stata l’idea della citta’ vivibile sempre per chi ci “vive”, presupposto imprescindibile per attirare anche i forestieri. Ma non per vedere una sfilata in costume che non ci azzecca nulla con l’evento da celebrare, o per altre manifestazioni della specie. Ci sono luoghi in Italia che ogni giorno pullulano di turisti senza aver piagnucolato patrocini a destra e a manca, piazze del mercato che definire opere d’arte sarebbe riduttivo, cittadine abruzzesi nelle quali per 365/366 giorni l’anno arriva gente per entrare in una chiesa….Qui il nulla, che gia’ era poco prima di quel 6 aprile e figuriamoci adesso. Il tutto mentre ogni giorno si blatera su una rinascita dalla quale sin dal primo momento sono stati intenzionalmente escusi gli esperti, ovvero urbanisti e studiosi di antropologia ed etnologia culturale che lavorando insieme avrebbero veramente fatto rinascere L’Aquila. Invece allo squallore realizzato hanno messo bocca e mano tutti al grido di “ci pensiamo noi”. Infatti ecco il risultato, peraltro parziale, che va dagli sgorbi pseudo abitativi che hanno dilatato il perimetro cittadino peggio di quello di Napoli o Roma, scuole uffici sbattuti da tutte le parti, badando bene di evitare che si accostassero alla primitiva collocazione. Mentre ci si guarda bene dal far sapere che fine faranno i fabbricati dove avevano sede, mentre spazi enormi come l’ex caserma degli Alpini o l’ex ospedale neuropsichiatrico aspettano di essere “riqualificati” ( parola che produce solo preoccupazione…).
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