Chiacchiere da bar


Che a L’Aquila si debba discutere di bar e tavolinetti all’aperto, per di più tra amministratori e vigili urbani dipendenti del Comune, dà la misura esatta della garrula inadeguatezza di palazzo. Danze e balli mentre il Titanic affonda. Minuzie in attesa del decimo anno falla tragedia, in una comunità sfilacciata, senza più identità, angosciata più che infuriata ormai al cospetto di un triste destino. Quello di non saper risorgere grazie a colpe e inerzie spaventose.
L’Aquila non c’è, e loro pensano a chiacchiere da bar. L’Aquila non ha neppure più il suo cuore, i portici, e questi giocherellano. Sono proprio loro la riprova dello stato delle cose. Se non fosse una tragedia, ci sarebbe da ridere e basta.

PENSIERINO – Gioca saltellante il coniglio, giocattolo per bambini e oggetto di tenerezze dei condomini. Non sa cosa è una padella, forse non lo saprà mai. Gli basta un tozzetto di pane secco. Contorno per le sue carote.



04 Giugno 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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