Chiacchiere da bar
Che a L’Aquila si debba discutere di bar e tavolinetti all’aperto, per di più tra amministratori e vigili urbani dipendenti del Comune, dà la misura esatta della garrula inadeguatezza di palazzo. Danze e balli mentre il Titanic affonda. Minuzie in attesa del decimo anno falla tragedia, in una comunità sfilacciata, senza più identità , angosciata più che infuriata ormai al cospetto di un triste destino. Quello di non saper risorgere grazie a colpe e inerzie spaventose.
L’Aquila non c’è, e loro pensano a chiacchiere da bar. L’Aquila non ha neppure più il suo cuore, i portici, e questi giocherellano. Sono proprio loro la riprova dello stato delle cose. Se non fosse una tragedia, ci sarebbe da ridere e basta.
PENSIERINO – Gioca saltellante il coniglio, giocattolo per bambini e oggetto di tenerezze dei condomini. Non sa cosa è una padella, forse non lo saprà mai. Gli basta un tozzetto di pane secco. Contorno per le sue carote.
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