L’Aquila, amicizie altolocate


L’Aquila continua a collezionare amicizie e contiguità altolocate. Conta un vescovo cardinale, e altri porporati ebbe in passato. Ci sono Celestino V e San Bernardino da Siena, ma anche San Giovanni da Capestrano e l’amico papa polacco – santo anche lui – con tanto di santuario sul Gran Sasso. Tralasciamo beati e figure carismatiche, anche in abito da suora. Insomma, diverse maniglie e viatici – spirituali, s’intende – per beneficiare di alte attenzioni.
Qualcosa, tuttavia, deve aver funzionato male. Sia nella storia – sovente piena di sciagure – della città di Federico, sia nella graduatoria di merito di politici e potenti aquilani. Comprensibile. Pensate che i lavori per il duomo sono ancora in mente dei, e a come trattano il santuario della Ienca.
Insomma, lassù qualcuno sicuramente ama la città, ma non tutti i suoi reggitori…

PENSIERINO - Il presidente dei costruttori aquilani, condannato, si è dimesso. Lo vuole lo statuto, ma soprattutto la sua dignità. Un esempio in un paese in cui non si dimettono neppure politici colti a rubare.



21 Maggio 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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