Macerie materiali e Macerie del cuore
L’Aquila – Riceviamo da Vincenzo e Federico Vittorini: “L’Aquila è stracolma di macerie sia materiali che del cuore. Siamo pieni, carichi di esse ma dobbiamo rimuoverle per la nostra città , la nostra vita e la vita ed il futuro di chi verrà dopo di noi.
Bellissima la reazione della città delle ultime due domeniche, quando in un impeto di Orgoglio ha dato segno di se a tutta la Nazione, come del resto ognuno di noi sta facendo da quella maledetta notte. E dobbiamo farlo ancora di più. Le nostre macerie materiali non sono inanimate perché ogni pietra, ogni pezzo di legno, ogni granello di polvere racconta una storia, una vita ed un futuro spezzato, speranze, sogni…. E noi tutti lo sappiamo. Però vanno rimosse perché altrimenti non ci sarebbe un futuro per tutti noi.
In questi giorni dei Grandi Uomini, appartenenti al corpo dei Vigili del Fuoco, stanno ultimando un duro e penoso lavoro: la rimozione delle macerie del mio palazzo e di quello vicino, entrambi collassati quella maledetta notte portandosi via 28 vite. Il loro lavoro è stato di una precisione minuziosa unita ad una immensa umanità . A loro va il nostro grazie incondizionato.
Noi in questo periodo, durato tre mesi, siamo stati come i cercatori d’oro del passato; il nostro oro però erano i ricordi, le foto, gli oggetti di una vita che non c’è e non ci sarà più. Ma l’umanità di questi uomini ci ha aiutato in questo mesto pellegrinaggio di tutti giorni, da tre mesi a questa parte, alla ricerca di ciò che di più caro avevamo al mondo: i nostri cari. Su quei cumuli di macerie sembravamo come dei disperati alla ricerca di oggetti che ci raccontavano un qualcosa che non c’è più.
Quando finiranno di rimuoverle, nel sito, perché ora così si chiama, dove prima c’era una vita felice, rimarrà un buco, un enorme buco, una voragine come quella che io e Federico e tutti noi che abbiamo perso gli affetti più cari abbiamo nel nostro cuore e che rimarrà tale per sempre.
Le macerie del cuore rimarranno tali per sempre.
L’altro giorno mentre con Federico eravamo nel luogo del nostro immenso dolore vicino a noi c’era una farfalla gialla che volava e si poggiava sui resti del nostro palazzo, sui resti della vita felice che era lì, ed è stata lì per tutto il tempo in cui noi stavamo rovistando fra le macerie. Abbiamo pensato: chissà , forse le nostre due Stelle.. ed è stato bello.
Siamo arrivati ad undici mesi dalla nostra tragedia. Sta per tornare la primavera. La primavera del 2009 ha portato con se la tragedia e la morte. La primavera del 2010 dovrà segnare per L’Aquila l’inizio della vita, purtroppo nuova vita. Anche se è tutto diverso. E’ diverso il tepore che comincia ad arrivare; è diverso il cinguettio degli uccelli che comincia a risuonare; è diverso l’azzurro intenso del nostro cielo; è diversa la luminosità del sole. E’ tutto diverso, e lo sarà per sempre, ma non per questo non dobbiamo viverlo; ma non per questo non dobbiamo non tornare a vivere una vita in cui i nostri cari sono presenti, anche più di prima. Non per questo debbono rimanere le macerie fisiche, materiali, che rappresentano un ostacolo alla nostra ricostruzione.
Dirò e non finirò mai di dire: Futuro – Ricostruzione – Trasparenza.
Le briciole di una vita, che non c’è e ci sarà più, riemerse dalle macerie aiutano il nostro cuore ad andare avanti. Il mostro di quella notte non ha spazzato via e spezzato nulla; anzi ha reso eterno un sentimento d’amore bellissimo.
Grazie Claudia e grazie Fabrizia per tutto ciò che ci avete dato e ci continuate a dare.
Con amore immenso, Vincenzo e Federico Vittorini.
(Nella foto: Una tragica immagine del giorno dopo la tragedia)
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