Cratere Italia Centrale, incubo fiscale
A GIUGNO SCADE IL TERMINE DI SOSPENSIONE DELLE TASSE – COINVOLTI MOLTI CENTRI DEL TERAMANO E DELL’AQUILANO -
L’Aquila – Nel cratere sismico dell’Italia Centrale formatosi con le disastrose scosse del 2016 e 2017, c’è un nuovo incubo: fiscale, questa volta. A giugno scadranno i termini e si dovrà tornare a pagare le tasse, fino ad allora sospese.
Il l cratere comprende parte dell’Abruzzo del Nord (aquilano e teramano), e ampie zone del Reatino, dell’Umbria meridionale e delle Marche.
In questa ultima area, in provincia di Macerata, peraltro, le scosse sismiche continuano in una impressionante frequenza: Sono centinaia quelle superiori a 2 Richter.
Le tasse lo Stato le rivuole, ma non ha certo adempiuto ai suoi doveri: ritardi, burocrazia opprimente, adempimenti rinviati o solo promessi, insufficiente il numero delle casette antisismiche, sindaci che si sentono abbandonati, gente ancora costretta a vivere fuori casa e fuori dai paesi di residenza. Molto da fare, ancora, ma le tasse stanno per tornare: quelle puntuali e inesorabili, perché lo Stato è svelto e preciso solo quando chiede.
La commissaria alla ricostruzione Paola De Micheli si sta interessando al problema con l’impegno che tutti le riconoscono. Ma la situazione politica nazionale non aiuta di certo.
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