“Perchè non si riparano le case pubbliche? Chi ha impedito l’avvio delle opere, e perchè?”
L’Aquila – ”Ben 2.800 cittadini aquilani sarebbero gia’ rientrati nelle proprie abitazioni se chi di dovere avesse provveduto ai soli interventi sugli alloggi lievemente danneggiati classificati A, B e C di proprieta’ dell’Ater e del Comune dell’Aquila”. L’allarme e’ stato lanciato stamane dai consiglieri regionali Maurizio Acerbo (Rifondazione comunista) ed Antonio Saia (Partito dei Comunisti italiani), nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare le problematiche legate al mancato avvio anche della ricostruzione leggera negli edifici residenziali pubblici. All’argomento, il Consiglio regionale d’Abruzzo dedichera’ una seduta straordinaria, martedi’ pomeriggio, proprio su sollecitazione di Rifondazione e PdCI. ”Nonostante la meritoria opera di costante sollecitazione e sensibilizzazione dell’on. Pio Rapagna’ del movimento ‘Mia Casa Abruzzo’, a nome degli inquilini e assegnatari, continuiamo a registrare l’immobilismo della Regione Abruzzo e del presidente, Gianni Chiodi – hanno denunciato Acerbo e Saia nel corso dell’incontro – Ricordiamo che fin dal Decreto Abruzzo del 28 aprile del 2009 la competenza per gli interventi di ricostruzione del patrimonio abitativo pubblico e’ stata affidata al presidente Chiodi. Con successiva ordinanza n. 3803 del 15 agosto 2009 – hanno aggiunto -si stabiliva che il presidente Chiodi, in qualita’ di Commissario delegato, poteva avvalersi come soggetto attuatore dell’ATER ‘per consentire, in termini di somma urgenza, la realizzazione dei necessari interventi di ricostruzione o di riparazione degli immobili’ e a tal fine erano stati stanziati 150 milioni di euro”. Per i due Consiglieri ”risulta incredibile il blocco totale della ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica” ed in piu’ ”vanno chiariti gli indirizzi che la Regione intende dare alla ricostruzione degli edifici classificati E e F per i quali l’ordinanza del governo affida il compito di soggetto attuatore al Provveditorato Opere Pubbliche sui quali vanno evitate delocalizzazioni lontane dal centro per liberare spazi per la speculazione”. ”Un fatto e’ certo – hanno concluso Acerbo e Saia – Il patrimonio edilizio pubblico e migliaia di inquilini e assegnatari attendono risposte concrete da Chiodi dopo mesi di colpevole inattivita”’.
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