“Monnezza” romana in Abruzzo, è sceso il silenzio
L’Aquila – Lei, Virginia Raggi, sindaca di Roma (nella foto) lo sa. La Regione Abruzzo pure lo sa. A non saperne nulla, tenuti all’oscuro come tonti compiacenti , sono gli abruzzesi. Sanno che da Roma, ormai da parecchi mesi, arrivano per essere trattati in Abruzzo decine di tir carichi di rifiuti: ogni giorno. Fanno migliaia di tonnellate. Montagne di “monnezza” dalla gozzovigliante capitale che non sa dove metterli. Cosa farne. La povera sindaca Raggi tira sospiri di sollievo. Già , ma cosa c’è dietro?
Come sempre, c’è tutto quello che i manovratori della politica non vogliono dire e che tanti compiacenti e proni non chiedono. Neppure i Pentastellati che, essendo la Raggi del loro movimento, sorvolano. In fondo, l’accordo non riuscito a Roma tra Di Majo e il PD, in Abruzzo è stato raggiunto i cavallereschi gentiluomini del PD governante strizzarono l’occhio a Virginia, e le accesero semaforo verde sulla strada dai rifiuti da conferire a casa nostra. Cortesia istituzionale, la chiamarono.
D’accordo, la cortesia è sintomo di buona educazione che neppure tra istituzioni guasta.
Ma qui le cose vanno per le lunghe e soprattutto per le segrete.
L’ANSA da Roma, giorni fa, ha fatto filtrare una indiscrezione: rifiuti romani in Abruzzo almeno per tutto il 2018. O forse anche nel 2019.
L’indiscrezione non è stata smentita, e come sempre neppure confermata. Vuol dire che contiene una verità di fondo.
Se la giunta D’Alfonso scegliesse la trasparenza, emetterebbe una nota per informare gli abruzzesi. Direbbe: l’accordo per i rifiuti romani dura tanti mesi, si concluderà in tale data, e porterà all’Abruzzo i seguenti benefici economici.
Invece, solo rumoroso silenzio, e, quel che meraviglia, ancora più chiassoso silenzio dal mondo ambientalista, al quale il problema non interessa.
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