IN 400 ALLA 18^ EDIZIONE DEL SENTIERO DELLA LIBERTÀ
Il Presidente Mattarella, il 25 aprile, ha ricordato la Resistenza Umanitaria in Abruzzo -
di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta
Sulmona – Si è conclusa domenica 29 aprile 2018 la XVIII edizione della Marcia Internazionale “Il Sentiero della Libertà /Freedom Trail”, con la partecipazione di oltre 400 marciatori. Una manifestazione nata il 17 maggio 2001 con l’inaugurazione dell’allora Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi e la presenza di centinaia di ex prigionieri alleati che intendevano ripercorrere fisicamente o anche solo mentalmente quel sentiero che li aveva condotti alla libertà.
Da allora le edizioni del Sentiero della Libertà sono state accolte con particolare attenzione da numerose persone che ne apprezzano le motivazioni e la filosofia di vita, come memoria d’un passato da non dimenticare e un impegno per l’oggi e il domani nella realizzazione di valori fondamentali come l’affermazione della dignità umana, la solidarietà, la pace.
Metaforicamente la libertà può paragonarsi ad un sentiero. Quel sentiero di montagna, che nel 1943-1944, attraversava la linea Gustav, muro di separazione tra il Nord e il Sud d’Italia. Era il sentiero che da Sulmona giungeva a Casoli, valicando la Maiella, percorso da migliaia di prigionieri alleati in fuga dai campi di concentramento e di giovani italiani che si dirigevano verso il Sud per combattere a fianco dell’esercito alleato.
Un sentiero calcato con ansia e con fatica dai numerosi fuggiaschi che ne hanno raccontato la personale esperienza. Da Libertà sulla Maiella di Uys Krige a Non aver paura di John Furman; da Spaghetti e filo spinato di John E. Fox a Fuga da Sulmona di Donald Jones; da La guerra in casa 1943-1944. La resistenza umanitaria dall’Abruzzo al Vaticano di William Simpson a Linea di fuga di Sam Derry; da Oltre i muri di Jack Goody a Un pranzo di erbe di John Verney e tante altre testimonianze veritiere e avvincenti.
Tra le più importanti quelle desunte dal Diario di Carlo Azeglio Ciampi, che affrontò la traversata nel marzo 1944 e curate ora dall’Associazione “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”. Pagine antologiche riportate nel libro “Terra di Libertà” a cura di Maria Rosaria La Morgia e Mario Setta, che hanno trovato enorme risonanza nel discorso dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 25 aprile a Casoli.
La citazione di Alba de Céspedes, scrittrice e fuggiasca anche lei, pronunciata con emozione dal Presidente e interpretata come modus vivendi delle famiglie abruzzesi durante l’ultima guerra, descrive e racchiude in poche parole un messaggio rivolto all’umanità intera: «Entravamo nelle vostre case timidamente: un fuggiasco, un partigiano, è un oggetto ingombrante, un carico di rischi e di compromissioni. Ma voi neppure accennavate a timore o prudenza: subito le vostre donne asciugavano i nostri panni al fuoco, ci avvolgevano nelle loro coperte, rammendavano le nostre calze logore, gettavano un’altra manata di polenta nel paiolo. […] Del resto attorno al vostro fuoco già parecchie persone sedevano e alcune stavano lì da molti giorni. Erano italiani, per lo più: ma non c’era bisogno di passaporto per entrare in casa vostra, né valevano le leggi per la nazionalità e la razza. C’erano inglesi, romeni, sloveni, polacchi, voi non intendevate il loro linguaggio ma ciò non era necessario; che avessero bisogno di aiuto lo capivate lo stesso. Che cosa non vi dobbiamo, cara gente d’Abruzzo? Ci cedevate i vostri letti migliori, le vesti, gratis, se non avevamo denaro».
Con queste parole viene delineato uno dei fenomeni più significativi e meno conosciuti dalla storiografia: la Resistenza Umanitaria, che, accanto alla Resistenza Armata realizzata dalla Brigata Maiella, costituiscono le fondamenta della nuova Italia. Forse per questo la visita in Abruzzo il 25 aprile scorso dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in stretta correlazione con quella di Carlo Azeglio Ciampi il 17 maggio 2001, ha voluto sancire ufficialmente il rapporto tra l’Abruzzo e l’Italia nella memoria storica della seconda guerra mondiale. Una memoria da consegnare ai giovani per la costruzione di un futuro a misura d’uomo.
Per questo, il Presidente ha sottolineato la missione di tramandare la memoria ai giovani, obiettivo primario del Sentiero della Libertà. L’omonima associazione culturale, sotto la direzione della Presidente Maria Rosaria La Morgia, ha lanciato per l’edizione 2018 la novità a carattere educativo e di piena partecipazione, espressa col motto “lasciamo a loro la parola”, perché fossero gli stessi alunni coordinati dagli insegnanti a riferire pensieri e storie nei vari momenti della manifestazione.
E così è stato. Gli studenti provenienti da diverse città italiane, da Cuneo ad Ancona, da Lanciano e da altre provenienze, hanno preso la parola per illustrare sinteticamente fatti e personaggi: la fucilazione dei fratelli D’Eliseo di Roccacasale davanti al muro di recinzione del cimitero di Sulmona, la morte di Ettore De Corti al guado di Coccia e quella di Donato Ricchiuti al Colle delle Ciavole di Lama dei Peligni il 1 aprile 1944, combattendo con la Brigata Maiella. Le 55 vittime di giovani della Brigata Maiella, al Sacrario di Taranta Peligna, sacrificate per la liberazione dell’Italia intera dall’occupazione nazi-fascista. Storie di giovani ed esempi d’una memoria che resta.
Foto di Giampaolo Tronca
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