Motociclisti contro chiusura alcune strade provinciali alle due ruote
UNA DECISIONE CHE DENOTA INADEGUATEZZA E SUONA COME EMARGINAZIONE DI PARTE DELL’UTENZA –
L’Aquila – Non sapendo fare di meglio, la Provincia ha deciso di chiudere alcune strade del territorio, senza peraltro neppure avvertire gli utenti e le categorie interessate. Un atteggiamento da molti ritenuto lesivo per l’immagine del territorio e per il turismo.
Gli aderenti al gruppo dei Motociclisti Aquilani non l’hanno presa bene. Ecco il loro documento: ” Il provvedimento di chiusura di molte strade abruzzesi, tra le più belle d’Italia per il mototurismo, giunta come un fulmine a ciel sereno proprio nelle settimane dei ponti di primavera, è un documento iniquo, inaccettabile e del tutto arbitrario.
Il Presidente Angelo Caruso, che lo ha sbandierato fiero come fosse una iniziativa a favore della sicurezza, senza curarsi minimamente dei risvolti sociali ed economici per le zone già depresse e spopolate a seguito dei sismi che si sono succeduti, ha proceduto, d’intesa con il dirigente Francesco Bonanni, ad operare un discrimine tra gli utenti della strada a quattro e quelli a due ruote, come se questi ultimi non pagassero il bollo (regionale) e le tasse più alte d’Europa.
La disparità che il provvedimento costituisce sarà oggetto di un ricorso legale che la FMI (Federazione Motociclisti Italiana) proporrà agli organi competenti tirando in ballo i sottoscrittori e gli estensori in prima persona, che chiameremo a rispondere personalmente dei danni provocati, ma non sarà questa l’unica azione che l’imposizione strumentale produrrà.
Chiameremo a raccolta tutti i motociclisti per azioni di protesta che renderanno evidenti a tutti gli abusi che questa Amministrazione, praticamente sparita tanto che il suo vertice non è elettivo ma di sola “nomina”, sta producendo non solo con questo provvedimento, ma con la totale incuria che, fino ad oggi ha contraddistinto le strade provinciali.
Proprio per questo nessuno ritiene che i lavori saranno rapidi e accurati pertanto il divieto imposto interesserà sicuramente tutta la stagione estiva con un nocumento fatale per le aree interne e per il mototurismo senza alcun precedente.
Se si affrontasse in questo modo qualsiasi azione di ripristino e manutenzione stradale l’Italia intera sarebbe paralizzata ma i politici di turno ed i dirigenti con lo stipendio assicurato non pagherebbero comunque le conseguenze delle loro azioni.
È infatti del tutto evidente che il solo scopo di questo provvedimento è l’autotutela di chi lo ha emanato a scapito dell’intera comunità e che con la sventolata sicurezza non c’entra proprio nulla.
Auspicando un rapido ritiro della delibera ed un più ragionato procedimento di rifacimento del manto stradale ci dichiariamo pronti sia al dialogo che alla lotta fino al raggiungimento del traguardo sperato.
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