Congresso nazionale ARCI a giugno
Pescara – Cinquecentotrenta delegati in arrivo da tutta Italia si riuniranno dal 7 al 10 giugno all’Aurum di Pescara per partecipare al XVII congresso nazionale dell’Arci. Il congresso, presentato questa mattina nella Sala Cascella dell’Aurum, in presenza dell’assessore all’Associazionismo culturale Giovanni Di Iacovo, della presidente nazionale ARCI Francesca Chiavacci e del presidente dell’Arci Pescara Valerio Antonio Tiberio, sarà un’occasione importante per analizzare i fenomeni politici e sociali che stanno disegnando lo scenario futuro del nostro Paese, rinnovare i valori in cui l’Arci si riconosce e allargare il confronto alle forze sociali, alle istituzioni e al mondo del terzo settore.
Dopo un dibattito intenso che ha contrassegnato centinaia di assemblee sui territori, in un momento storico delicato segnato dall’insicurezza dilagante e dall’affermarsi della paura come cifra dell’insicurezza e della precarietà esistenziale dei nostri tempi, il congresso nazionale dell’Arci sarà l’occasione per definire obiettivi e programmi partendo dal lavoro svolto, dalle cose fatte e da quello che resta da fare.
“Il XVII congresso nazionale – ha sottolineato Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci è già partito sui territori, coinvolgendo in maniera capillare i nostri 4.800 circoli e interessando i nostri soci, che arrivano a 1 milione in tutta Italia. Siamo un’associazione popolare radicata sul territorio che considera la cultura uno strumento di crescita e consapevolezza. Abbiamo scelto Pescara perché in questa città l’Arci si sta sviluppando tantissimo, rappresentando uno strumento per fare cultura sul territorio, riuscendo a far convivere progetti diversi, dal volontariato alla sussidiarietà delle istituzioni locali. Inoltre è una città stimolante, è sede di istituzioni e ha luoghi di pregio come l’Aurum che ci ospiterà durante i lavori del congresso. Tutte queste condizioni rendono Pescara il luogo perfetto per un congresso che vuole discutere di come agire per liberarsi delle paure e come un’associazione che intende parlare coi cittadini si attrezza per farlo, confrontandoci con dubbi e incertezze”.
Le emergenze in Italia sono tantissime. L’economia e l’occupazione soffrono ancora e il divario tra Nord e Sud anziché assottigliarsi è cresciuto ancora, andando ad accrescere disagio, scontento e rancore. La questione sociale e la questione democratica, da sempre intrecciate, oggi hanno bisogno di essere affrontate con urgenza per evitare ulteriori degenerazioni. Tendenze xenofobe e pulsioni populiste, inoltre, hanno trasformato lo scontento in consenso elettorale, continuando a riproporre rigurgiti di un passato mai sepolto: pulsioni neofasciste sono riemerse in maniera preoccupante, trovando con il razzismo terreno fertile nella pancia del Paese. Al contrario l’Arci ribadisce la necessità di proporre ai cittadini e al mondo della politica una lettura e un modo di agire più inclusivi e costruttivi, attraverso politiche di giustizia sociale, rilancio del welfare, accoglienza, cooperazione, sviluppo della cultura, inclusione e partecipazione. In linea con la strada tracciata dalla Costituzione Italiana, a 70 anni dalla sua entrata in vigore, che con l’articolo 3 pone uguaglianza e solidarietà tra le fondamenta della nostra convivenza. Come recita il manifesto fondativo dell’associazione, compito dell’Arci è «contribuire all’elevamento civile e culturale dei cittadini e delle cittadine italiane». “Siamo – si legge sul documento congressuale – un’associazione popolare, di massa, radicata nei territori, consapevole e convinta che solo attraverso una visione progressista e solidaristica è possibile invertire la rotta che questa crisi ha imposto. Ancor più in questa fase critica e confusa, le lenti e gli strumenti con cui leggiamo e interloquiamo col mondo restano quelli di sempre: cultura e pratica della democrazia e della partecipazione. Perché solo una società aperta e meno diseguale è più coesa, non lascia indietro nessuno, ed è più libera dalle paure”.
“Per noi è importante ospitare il congresso nazionale qui a Pescara – ha spiegato il presidente dell’Arci di Pescara Valerio Antonio Tiberio – sarà un valore aggiunto per la città con 530 delegati che arriveranno da Aosta alla Sicilia per confrontarsi democraticamente e analizzare i fenomeni che affrontiamo quotidianamente. Nei quattro giorni all’Aurum, durante un percorso che sarà quanto più partecipato possibile, si deciderà il ricambio del gruppo dirigente nazionale. In questo contesto storico così delicato ci serviranno idee, coraggio, organizzazione. Noi che abbiamo fatto e che facciamo della pratica della democrazia e della giustizia sociale il cuore della nostra missione, dobbiamo dotarci della migliore organizzazione”.
“L’Arci – aggiunge l’Assessore all’Associazionismo culturale del Comune di Pescara Giovanni Di Iaciovo – è senza dubbio tra le realtà protagoniste della crescita culturale della città grazie alle iniziative belle, nuove e interessanti che promuove. Stiamo vivendo una splendida primavera culturale e questo anche grazie alle associazioni attive sul territorio, al fianco delle istituzioni, che si interessano di fare cultura. L’Arci è un grande alleato di questo Comune per la promozione e produzione culturale e sono davvero felice di poter ospitare in città il congresso nazionale
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