Tasse, sappiano dire un sì o un no al taglio


Nel terremoto aquilano ci sono enormi responsabilità umane, quindi della politica, stratificate nei decenni. Poi ci sono quelle di poco prima e dopo il disastro. E infine quelle della ricostruzione monca, lenta, spesso sporca.
E’ razionalmente legittimo che una popolazione chieda di essere esentata almeno da tasse obiettivamente deleterie, esiziali. Il patetico rinvio di quattro mesi è crudele e ambiguo, utile solo alla passerella dei politici di turno, ansiosi di esibirsi come eroi di cartapesta.
Uno Stato serio deve essere capace di fermezza e di trasparenza . Il governo, quello attuale o quello che verrà, abbia il coraggio di dire sì oppure no. Non giocherelli vergognosamente come una vergine pudibonda e nascostamente lasciva. La manifestazione del 16 serva a sapere una volta per tutte cosa intende fare per il caso L’Aquila chi abita nei palazzi romani.

PENSIERINO – La peggiore risposta è quella di chi non ha il coraggio di rispondere, ma tentenna e nicchia, magari in attesa di scaricare il barile, sport in cui sono bravissimi davvero in tanti.



13 Aprile 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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