Surriscaldamento globale, interessi dietro protocollo di Kyoto


CONVEGNO DELL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE E RIVELAZIONI -

Chieti – “Il protocollo di Kyoto è inutile poiché si basa su un’affermazione non certa, non è possibile individuare nell’uomo la causa principale del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici avvenuti negli ultimi due secoli. La limitazione delle emissioni di Co2 da parte dei governi, con tasse onerose per le industrie e i singoli cittadini, limita la prosperità dei territori e non risolve i veri problemi. Dietro il protocollo ci sono interessi economici e politici importanti”.
È il messaggio principale emerso dalla relazione tenuta dal professor Umberto Crescenti, ex rettore dell’Università di Chieti ed esperto di livello internazionale sui cambiamenti climatici, nel convegno che si è tenuto nel pomeriggio di ieri a Chieti scalo nella sala multimediale dell’Università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, promosso nell’ambito delle Giornate dell’Accademia delle Scienze d’Abruzzo e delle Regioni Adriatiche.
Presente anche il rettore dell’Università D’Annunzio, Sergio Caputi, socio dell’Accademia e il professor Sergio Tiberti, docente dell’Università dell’Aquila che qualche mese fa ha incaricato l’Accademia, di studiare e raccogliere dati sul problema legato all’inquinamento ambientale di opifici e centrali del territorio.
Al centro un tema di estrema attualità: i cambiamenti climatici, tra geologia e impatto delle attività antropiche e la scienza complessa delle previsioni meteorologiche.
“La scienza su questo argomento si divide in due filoni contrapposti tra loro – ha aggiunto – gli scettici, che ritengono che i cambiamenti dipendano da processi naturali, per cui l’influenza dell’uomo non è determinante e i catastrofisti che piacciono tanto ai mass media, tutti coloro che puntano il dito sull’uomo, come causa di tutti i mali legati al clima”.
Per l’esperto l’errore risiede proprio nel confondere il surriscaldamento con l’inquinamento: “sono due cose distinte, certamente è un fenomeno che va combattuto, ma non è l’anidride carbonica il vero problema, ricordiamoci che è il nutrimento delle piante e con l’aumento di Co2 crescono anche le aree verdi del pianeta”, ha precisato Crescenti.
“Coloro che si riconoscono nelle affermazioni dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) – ha ricordato – l’organismo fondato dall’Onu (Organizzazione delle nazioni unite) per documentare la responsabilità dell’attività antropica nei confronti dell’attuale surriscaldamento globale, appartengono alla schiera dei catastrofisti e negli anni hanno contribuito a creare, anche modificando dati storici, creando falsi ad hoc, ad alimentare una sorta di oscurantismo culturale sul tema”.
Il riferimento è al clamoroso falso della mazza da hockey nel report Ipcc del 2001 in cui si asseriva che “le conoscenze attuali non consentono di sostenere che possano essere esistiti periodi globalmente sincroni di particolare caldo o freddo su tutto il globo terrestre”, una dichiarazione basata su dati appositamente modificati, come scoperto in seguito.
D’accordo con queste affermazioni il professor Mario Giaccio, ordinario di Merceologia all’Università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara che ha parlato del commercio della Co2.
“Numerosi Paesi del mondo, tra cui l’Italia, hanno aderito al protocollo di Kyoto, dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri e che si riflettono sulle economie delle nazioni aderenti, parliamo del 5 per cento di emissioni di Co2 in meno, ma non è questo il nodo del problema – ha dichiarato Giaccio – il clima è diventata una questione politica non scientifica, i catastrofisti hanno in mano tutti i mass media, che stanno contribuendo a diffondere notizie basate su ipotesi poco convincenti”.
Lo stesso protocollo secondo il professore “ha creato un meccanismo per cui è risultato conveniente comprare l’anidride carbonica, che in poco tempo ha subito un calo netto del prezzo, causato dall’eccesso dell’offerta, piuttosto che investire sul miglioramento delle aziende stesse, risultando inutile”.
In questo processo, però, “è facile trovare il modo di eludere i controlli, penso per esempio alla ‘frode Carosello’, poiché in Europa questi contratti tra i paesi membri, sono esenti dall’Iva, dunque basta creare delle società fantasma, che comprano i titoli di Co2, introducendoli in un altro paese comunitario, che vende alle aziende sul proprio territorio, quindi con l’Iva – ha precisato ancora – ma al momento di fare la dichiarazione le società venditrici scompaiono e l’Iva rimane nelle loro tasche”.
Ha chiuso il dibattito il professor Aniello Russo Spena, presidente dell’Accademia, con una relazione sull’evoluzione dei fenomeni naturali tra cause e caos. “Alla base di questi discorsi – ha detto – c’è la scienza , intesa come conoscenza basata su ipotesi che, alla luce di ulteriori acquisizioni, sarà necessario modificare. Con questo presupposto lo studio dei fenomeni naturali dà origine alla individuazione di possibile scenari futuri. Compito degli studiosi è di associare a ciascuno di questi scenari la probabilità del loro verificarsi”.
L’evento è stato sponsorizzato dalla impresa Cingoli Nicola e figlio Srl.


13 Aprile 2018

Categoria : Scienze
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