Esposito: se ne va il meglio, resta il peggio
Barisciano – Scrive Walter Salvatore: “La notizia delle dimissioni anticipate del Dr. Esposito (Resp.le dell’USRC) sta facendo fare salti di gioia a quei personaggi che nella ricostruzione, pur non avendoci ancora capito nulla, hanno trovato il trampolino ideale per improbabili e effimere carriere politiche nonché l’occasione per pasturare clientele e vessare gli avversari.
Al Dr. Esposito, in questi anni, non è stato consentito di evitare di infarcire la ricostruzione con regole deprimenti gli interessi della collettività o in palese contrasto con il buon senso e con la normativa nazionale vigente.
Un esempio tra tutti l’inserimento di contrabbando della “nota a piè pagina”, la nr. 6, all’interno del nuovo modello di autocertificazione che accompagna la MIC, con la quale si determina, dopo nove anni dal sisma, che chi subentra nella proprietà di una unità abitativa danneggiata, magari perché l’anziano genitore ha deciso di donargliela, oltre a perdere il contributo, come prevede la norma dal 2012, addirittura diventa “indegno” di rappresentare la propria quota di proprietà all’interno del consorzio obbligatorio o nell’alternativa procura speciale.
Una “nota a margine” che emenda Costituzione e Codice Civile Italiano e nessuno si accorge dell’incommensurabile abuso di potere e delle conseguenze nell’applicazione di tale regola.
Ma tant’è che il Dr. Esposito, pur volendo, fino ad ora non ha potuto sottrarsi dall’assecondare anche le pretese più becere avanzate dai suoi effettivi datori di lavoro: i Sindaci del cratere ed in particolare quelli che siedono al tavolo di coordinamento.
Tornare al Privato, dopo questa estenuante esperienza nel Pubblico, per il Dr. Esposito non potrà che rappresentare una salutare e fortunata svolta ma soprattutto un felice ritorno alla realtà.
A chi resta, ai terremotati, rimarrà il rimpianto di avere avuto a disposizione un manager capace a cui in questi anni è stato impedito di dare il meglio dai peggiori rappresentanti politici espressione del territorio a cui incautamente è stato affidato il compito di gestire le complesse dinamiche della ricostruzione.
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