Perdonanza celestiniana: per la giornalista M. Pelliccione attualissimo il messaggio di Celestino
L’Aquila – (F.C.). “E’ nel messaggio spirituale, che si intreccia con il monito sociale e culturale alla riappacificazione e al superamento dei personalismi, il valore piu’ alto della Perdonanza celestiniana. Un dono che San Pietro Celestino ha posto a servizio dell’umanita’. La candidatura della Perdonanza a patrimonio immateriale Unesco coglie il tracciato compiuto nei secoli dall’Indulgenza Plenaria, oggi piu’ attuale che mai”. Commenta cosi’ la presentazione del dossier sulla “Festa della Perdonanza Celestiniana” alla Commisione Unesco, a Parigi, la giornalista e scrittrice aquilana, Monica Pelliccione. Studiosa della figura e dell’opera di Celestino V, Pelliccione ha pubblicato nel 2009, all’indomani del sisma che colpi’ la sua citta’, il libro “Nel nome di Celestino. Una nuova luce per L’Aquila”. E’ stata anche componente, fino a maggio 2017, del comitato promotore per la candidatura della Perdonanza a patrimonio immateriale dell’Umanita’, di cui facevano parte, tra gli altri, il consigliere di amministrazione Rai, Arturo Diaconale, il professor Ernesto Di Renzo, autore del primo dossier, il saggista, Salvatore Santangelo e l’ex direttore della biblioteca “Salvatore Tommasi”, Walter Capezzali. “Il percorso di candidatura ha compiuto un passo importante con la presentazione, da parte del Mibac, del dossier nazionale al Segretariato Unesco di Parigi, la cui valutazione e’ attesa per il prossimo anno. Una candidatura fortemente voluta dalla comunita’ aquilana e dalle istituzioni locali, che lavorano sinergicamente da tempo alla diffusione delle tradizioni legate alla Perdonanza. E non e’ un caso che il Mibac abbia stabilito di designare la candidatura come ‘Festa della Perdonanza celestiniana’. Quel che scaturisce dall’atto papale, emanato da Celestino V la sera dell’incoronazione, il 28 agosto 1294, e’, infatti”, fa notare Pelliccione, “e’ la prima Indulgenza che la storia ricordi. Non un mero gesto di remissione dei peccati, ma un suggello all’animo umano, che nasconde tra le pieghe il significato piu’ intimo e profondo della riconciliazione sociale. Al tempo, Papa Celestino ordino’ la riappacificazione delle fazioni cittadine in lotta e costrinse lo stesso Carlo II D’Angio’ a perdonare gli aquilani ribelli”. “Il privilegio dell’Indulgenza, nelle intenzioni di Celestino, si lega ad un forte impegno morale”, aggiunge Pelliccione, “la Perdonanza chiede all’uomo una rivoluzione interiore, una rinuncia al proprio predominio sugli altri. E la Basilica di Santa Maria di Collemaggio rappresenta l’alveo delle celebrazioni della Perdonanza, il santuario della riconciliazione. Non a caso, nella candidatura aquilana, il Mibac ha inteso sottolineare l’aspetto tradizionale e fortemente identitario della Perdonanza, con il Corteo della Bolla, l’apertura della Porta Santa di Collemaggio, declinando il messaggio celestiniano in mille sfumature che affondano le radici nei valori dell’accoglienza, della solidarieta’, della memoria storica e dell’unione interculturale tra i popoli. Come non e’ un caso”, conclude Pelliccione, “che la presentazione ufficiale della candidatura sia arrivata alla vigilia della ricorrenza del 6 aprile, che per tutti gli aquilani rappresenta si’ il giorno del dolore e della commemorazione, ma anche di una rinascita spirituale, civile e sociale che dobbiamo quale dovere morale, innanzitutto alle vittime del sisma e alla citta’”.
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