Un Governo dimissionario ha il dovere di tacere”
L’Aquila – (ACRA) – “Il Governo Gentiloni, essendosi dimesso sabato scorso 24 marzo, è in carica solamente per il disbrigo degli affari correnti. Dunque la legittimità politica che potrebbe avere una decisione adottata in questi giorni dal Consiglio dei Ministri rasenta lo zero. Mercoledì prossimo 4 aprile si svolgerà a Palazzo Chigi un’importante riunione il cui oggetto sarà la costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno. La Regione Abruzzo ribadisca la propria ferma contrarietà affinché l’opera non si concretizzi. E il Presidente D’Alfonso, ora anche membro di Palazzo Madama, dica una volta per tutte se sta al fianco dei territori peligni oppure a braccetto con gli industriali”. E’ netta la nota stampa che il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco ha diramato questa mattina e che attiene a una vicenda che da anni preoccupa in misura rilevante soprattutto la Valle Peligna e che riguarda la costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno. “Fra sette giorni – spiega l’esponente di Liberi e Uguali – il capo dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri incontrerà i rappresentanti sia delle Regioni Abruzzo e Umbria che di diversi Comuni nell’ambito del procedimento autorizzativo che concerne la costruzione e la messa in esercizio del metanodotto che collegherà il capoluogo peligno alla città perugina di Foligno. La riunione è funzionale all’apertura di un confronto con il Governo ed è anche un passaggio necessario al fine di individuare una soluzione tecnico/politica per sanare le diverse criticità espresse dagli enti interessati”. “Sono dell’opinione – prosegue Bracco – che si voglia aprire ancora una volta la strada, come avvenuto per la Centrale di compressione del gas di Sulmona, all’adozione di un provvedimento autorizzativo da parte del Consiglio dei Ministri. Questo consentirebbe – rileva il Consigliere – di mettere un ennesimo tassello al puzzle che riguarda il progetto di trasformazione dell’Italia in un hub del gas e, tramite esso, verrebbe sferrato l’ennesimo pugno in faccia ai territori che in molteplici occasioni e circostanze hanno manifestato il proprio fermo e legittimo dissenso”. “Il metanodotto Sulmona-Foligno – evidenzia Bracco – è uno dei cinque lotti del Progetto Rete Adriatica della SNAM che dalla provincia di Taranto risalirà l’Appennino per arrivare alle porte di Bologna. A esso è connessa la realizzazione della Centrale di compressione e spinta di Sulmona mentre la Rete Snam è strettamente legata anche al TAP (Trans Adriatic Pipeline), gasdotto che consentirà di portare gas dall’Azerbaigian”. “A pochi giorni dalla sciagurata adozione del provvedimento definitivo attinente alla Centrale di compressione di Sulmona – rimarca Bracco – la possibile autorizzazione del metanodotto risulta essere l’ennesimo fatto gravissimo. Mi auguro che il Governo Gentiloni, anche se dimissionario ma pur sempre in carica per l’ordinaria amministrazione fino a quando non si costituirà (se si costituirà) un nuovo esecutivo, non voglia essere protagonista dell’ennesima decisione nefasta. Decisione verso la quale il Presidente della Regione Abruzzo e Senatore della Repubblica italiana Luciano D’Alfonso ha il diritto-dovere di battere i pugni sul tavolo per impedirne la concretizzazione”. (com/red)
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