Lettere – In relazione alla “denuncia” di Giustino Masciocco
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Ho letto quanto segnalato da Giustino Masciocco e rimango senza parole per svariati motivi. Il primo è che, conoscendolo da una vita, pur non condividendone più la scelta “politica”, so per certo che non è improvvisamente impazzito e che non è solito sparare balle. L’altro motivo, se è vero come credo sia vero quel che dice, è dato dall’apprendere di questo strano rituale nel quale c’è una persona, della quale esigo, come cittadino,conoscere nome, cognome e funzione (?) precisa ed anche, a che titolo, supponendo il suo rapporto di natura sinallagmatica, non venga assunto all’uopo qualcuno che non solo non sia fresco pensionato ma che proprio non abbia lavoro. L’altra considerazione fin troppo ovvia è determinata dal perdurare della consuetudine, inveterata oltre ogni logica, per la quale è la “gente” che deve segnalare al Comune non situazioni improvvise che come tali potrebbero anche sfuggire ad ogni controllo, ma la quotidiana indecenza che le strutturei preposte dovrebbero combattere in virtù della propria funzione. Perchè resta anche difficile da capire come sia possibile che certi problemi li vedano soltanto. i cittadini. Al riguardo la gente comune è perfettamente consapevole della vastità del territorio, grazie alle scellerate scelte del dopo terremoto, ma questo dovrebbe essere un ulteriore stimolo per chi è pagato con i soldi delle tasse, ad affrontare e risolvere le “priorità ”, quelle cioè che rendono la vita difficile a tutti, sia che si tratti di attraversare una strada che limitarsi a camminarci a fianco per lo stato dei marciapiedi o delle banchine laterali simili a torrenti carsici o trasformate in rampe di accesso ad edifici privati.
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