2018, fuga da PD e Renzi
Gli abruzzesi hanno elettoralmente bastonato il PD più che altrove, ma il capo del partito – senatore D’Alfonso – resta abbarbicato al vertice della regione e disquisisce di dies a quo e dies ad quem. Situazione lunare, se non fosse patetica. In quesato 2018 cìà una fuga da Renzi e dal PD simile ad un triste fuoco di artificio: i più renziani sono i primi a prendere le distanze, mentre altri lasciano l’ex premier e anche il suo sconquassato partito. La solita italianissima voglia di abbandonare la nave che affonda. Schettinate.
L’ex gagliardo Matteo è sostituito dal nuovo gagliardo Matteo, Salvini. Ironie del caso e delle omonimie.
Ci si chiede: quali dei capi e capetti del sofferente PD di oggi pagheranno per il male che hanno inflitto al loro partito? E a coloro che gli credevano? Per ora non se ne parla neppure.
PENSIERINO – L’Abruzzo del 5 marzo si è svegliato molto grillino. Una macchia gialla sulla ormai famosa cartina televisiva, con un pezzettino di blu in casa Quagliariello. Se i grillini hanno vinto, l’Abruzzo tocca a loro. Di cattivo gusto incollare il sedere alle poltrone.
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