Politecnico di Bari: Il Caso Navelli
Navelli – Da una settimana Navelli non è più solo una meta turistica nota per lo zafferano. Assunta come caso studio di un laboratorio di laurea in Architettura del Politecnico di Bari, la “questione Navelli” ha coinvolto, per 10 mesi, un team composto da studenti e professori appartenenti a diverse discipline dell’Architettura.
Il laboratorio ha indagato le motivazioni che hanno reso storicamente importante questo luogo e che hanno determinato, nella contemporaneità, la sua profonda condizione di crisi e abbandono. Le condizioni di internità e varco territoriale che hanno storicamente assicurato la forza della Piana sono oggi divenuti evidente ostacolo alla crescita sociale ed economica della stessa. L’accessibilità è difficile sia per i collegamenti che per i trasporti. Così Navelli, a causa di una ridotta accessibilità, di una cattiva gestione delle risorse territoriali e dei forti cambiamenti del mercato del lavoro, subisce, oggi, come altri duemila borghi italiani, il fenomeno di un costante spopolamento.
Da qui, l’obiettivo di riflettere su un nuovo modo di abitare i territori interni periferici, mantenendone le peculiarità che li differenziano dalla frenesia urbana.
Il silenzio del paesaggio, il fascino di antichi luoghi della memoria, sebbene in stato di abbandono, costituiscono caratteri riconoscibili di Navelli, importanti da preservare e valorizzare. Così il borgo di Navelli diviene caso pilota per la sperimentazione di nuovi modi di abitare gli insediamenti rurali periferici.
La tesi si è quindi concentrata sulla valorizzazione delle risorse endogene e sulla costruzione di nuovi gradi di connessione del borgo di Navelli con la struttura economica della Piana, identificata come “area omogenea”.
La proposta progettuale mira a costituirsi come vademecum utile alle amministrazioni comunali della Piana.
Il percorso di valorizzazione architettonica, urbana e paesaggistica in esso individuato, diviene parte integrante della strategia di rilancio socio-economica del territorio della Piana ed è mirato a sviluppare nuovi processi di partecipazione e azionariato sociale che possano consentire di elevare la qualità della vita di questi luoghi.
Così Navelli, piccola gemma incastonata in un paesaggio fatato, può tornare a splendere solo grazie al valore di una comunità consapevole, capace di restituire all’architettura e all’intero paesaggio un nuovo senso di luogo antropologico.
Quanto sopra esposto è il contenuto della tesi di laurea che è stata discussa la scorsa settimana presso il politecnico di Bari, alla presenza del Sindaco di Navelli Paolo Federico, dagli studenti Francesco Gravina, Onofrio Lofù, Daniela Mastrogiacomo, Francesca Misceo, coordinati dal professor Calogero Montalbano e supportati dai professor Giacomo Matines, Pierluigi Morano e Aguinaldo Fraddosio.
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