I sedimenti del bla bla bla


In anni meno pavidi dei nostri, un focoso allevatore contadino di Ofena partiva con un rimorchio carico di letame, intenzionato a scaricarlo a L’Aquila presso i palazzi del potere politico. Altrettanto bisognerebbe fare oggi, sia pure a titolo simbolico, con i sedimenti del porto di Ortona che nessuno sa dove scaricare. E si scatena il più squallido dei bla bla bla, più acceso visto che siamo in campagna elettorale.
L’Abruzzo ha pochi e piccoli porti, incluso quello eternamente insabbiato di Pescara. La logica vorrebbe che esistesse un piano di destinazione non nociva dei sedimenti, derivati dai dragaggi e dalle pulizia dei fondali. Ma evidentemente non esiste, se il problema sta montando tra trionfi fi di retorica e di vacuità logorroica da far piangere le mummie dei faraoni o le rocce del Gran Sasso. Ognuno strombazza proclami o assume impegni, tutti sparano retorica della peggiore qualità. Pensate e inorridite: e se avessimo dei porti veri in Abruzzo?

PENSIERINO 1 – Si preoccupano dei sedimenti del porto di Ortona, caso mai dovessero finire in Adriatico. Dimenticano che durante la guerra in ex Jugoslavia, ogni giorno i cacciabombardieri alleati scaricavano in mare tonnellate di bombe e munizioni (anche all’uranio).

PENSIERINO 2 – Un’idea: i sedimenti vengano sepolti a Bussi o a Piano d’Orta. E tutti facciano finta di non saperlo, come hanno fatto per decenni fino al 2007…



10 Febbraio 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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