Nel PD incantatori e sciamani
Il PD riesce a togliersi di dosso polvere e calcinacci, e a ricollocare suoi consumati docenti i di potere, maestri sornioni di bizantinismi e sulfuree alchimie, nei posti chiave: almeno a livello di liste elettorali. Sapere quanto varranno secondo il popolo sovrano è un altro discorso. Aspetteremo il 4 marzo.
Sapersi destreggiare dopo una sonora sconfitta – quella aquilana – con tanto di consegna del capoluogo alla destra, ancora incredula, è da sciamani. Da dispensatori di filtri magici ed effluvi soporiferi.
Se la triade, specie i due membri operanti a L’Aquila, saprà strappare alle urne un successo, avrà mostrato una diabolica bravura, sottile, quasi medicea, e potente, che potrà essere utile, se vorranno dedicarla al bene comune, oltre che al proprio cursus honorum. Inoltre, si sa, il potere logora chi non ce l’ha.
PENSIERINO – La democrazia è ricambio, rinnovamento. Dalle nostre parti per ricambio si intende quello dei calzini. Per rinnovamento, non si intende niente. E’ una parolaccia da evitare nei salotti e nei centri di potere dei partiti. Meglio ruttare che parlarne.
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