La Fondazione Tercas punta sul sostegno delle iniziative culturali
Teramo – (F.C.). Il presidente della Fondazione Tercas, Enrica Salvatore, nell’aprire stamane la conferenza stampa che si e’ tenuta nella sede di Palazzo Melatino a Teramo, per illustrare il Dossier (disponibile online sul sito della Fondazione Tercas) realizzato in occasione della decisione assunta dal Comune di Teramo di partecipare alla competizione per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020 si e’ soffermata a sottolineare “il ruolo di convinto sostenitore assunto dalla Fondazione per una iniziativa di cui – con l’intero Comitato Sostenitore – si era apprezzato l’impegno ad investire sulla Cultura come fondamento dello sviluppo della citta’”. Ha espresso quindi compiacimento per il lavoro svolto grazie alla partecipazione propositiva espressa da tutti i componenti del Comitato Sostenitore e alla partecipazione dell’intera comunita” teramana: quella civile, sociale, economica e soprattutto culturale, in questo caso quella che e’ stata la piu’ direttamente interpellata. Ha quindi affermato come il Dossier abbia messo a fuoco potenzialita’, risorse e possibili attivita’, atte a sostenere in futuro un percorso di sviluppo socio-culturale a programmazione integrata e partecipata come indicato e suggerito dal modello del Programma ECoC- European Capital of Culture che e’ stato ispiratore della iniziativa del Mibact in Italia quando ha proposto con la legge Art Bonus la competizione per il titolo di Capitale Italiana della Cultura. Sebbene per Teramo l’esito della competizione non sia stato favorevole, ha quindi dichiarato – si ha ragione di credere che esso non debba costituire un atto di resa, ma possa e debba invece costituire il punto di (ri)partenza per una riflessione propositiva di maggiore respiro. Da soggetto “sostenitore” di una candidatura – ha concluso il presidente – la Fondazione ritiene dunque utile e compatibile farsi oggi soggetto “promotore” di un progetto piu’ ampio, innovativo nelle modalita’ e nei contenuti, fortemente partecipato, che potra’ e dovra’ costituire il quadro di riferimento delle azioni e delle attivita’ da avviare alla luce, anche, di quanto emergera’ dai risultati di una analisi commissionata dalla Fondazione alla societa’ Theorema, ancor prima di sostenere l’iniziativa del Comune di Teramo, per individuare potenzialita’ e vocazioni per lo sviluppo del nostro territorio. Ha preso quindi la parola il professor Mario Nuzzo – presidente del Comitato Sostenitore nonche’ vice presidente di Cassa Depositi e Prestiti e presidente onorario della Fondazione Tercas – che ha invitato a riflettere sulla “importanza delle risorse finanziarie accertate e disponibili (ancorche’ non direttamente e celermente spendibili) individuate grazie al lavoro svolto per la redazione del Dossier (che ammontano a 192 milioni di euro) che costituiscono – per la loro entita’ – uno dei riferimenti certi su cui far leva per l’attivazione di un necessario programma organico all’interno del quale, valutare fattibilita’, tempi, ricadute, sinergie, capacita’ gestionali richieste, senza le quali si perpetuerebbe il rischio di realizzazioni incapaci di incidere adeguatamente sulla crescita civile di un territorio. Siamo in presenza di una sfida esistenziale – ha concluso il professor Nuzzo- che bene fa la Fondazione Tercas ad raccogliere con il convincimento che il futuro non si aspetta, ma si costruisce giorno per giorno”. Sono quindi intervenuti il rettore dell’Universita’ di Teramo Luciano d’Amico, il presidente della Provincia di Teramo Renzo di Sabatino ed il presidente dell’Ance Teramo Raffaele Falone, che hanno dato tutti testimonianza del ruolo di sostenitore svolto dai loro enti ed hanno tutti sottolineato l’importanza di pensare ad una progettazione integrata per lo sviluppo futuro dei territori. Telefonicamente e’ intervenuto il professor Mauro Mattioli, Direttore dell’IZSM, che ha annunciato la volonta’ dell’Istituto ad utilizzare i fondi assegnati dal Masterplan all’interno della citta’ di Teramo. Dopo il suo intervento ha preso la parola il professor Paolo dalla Sega dell’Universita’ di Milano – direttore del Master di Ideazione e Progettazione di Eventi Culturali, gia’ commissario della giuria di selezione del titolo di Capitale Europea – che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza strategica delle progettazioni integrate per lo sviluppo delle citta’ e dei territori. Quindi il presidente ha passato la parola a Luca Borrelli, senior consultant della societa’ di consulenza Gruppo Clas che, commentando un video, ha illustrato i contenuti del Dossier “Teramo 2020 Capitale Italiana della Cultura: Laboratorio Aperto al Futuro”, proposta come citta’ della rinascita di identita’ e cultura. Ricerca scientifica e creativa, arte, natura e paesaggio sono i fili che tessono la trama di questo scenario, in cui il passato nobile e orgoglioso si apre ad un futuro sostenibile e inclusivo raggiungibile con il coinvolgimento di tutti, cittadini e istituzioni. “Nel Dossier – ha affermato – si e’ delineata una idea di candidatura intesa come un innesco che, prendendo le mosse da una discussione pubblica intorno alla propria identita’ culturale, (ri)aprisse un laboratorio di scoperta e divulgazione per la rinascita della citta’, intorno a quattro grandi temi: Rinascimenti – La citta’ laboratorio come cantiere di ripartenza, come accademia di ricerca di buone pratiche di rinascimento culturale, come epicentro di ricostruzione non solo dell’urbs e ma anche della civitas. La ricerca scientifica (e creativa) – La citta’ laboratorio come campo di diffusione e divulgazione di metodi e competenze scientifiche, bacino di trasferimento di innovazione dalle accademie alle scuole di periferia, dai laboratori alle imprese. La saggezza della natura – La citta’ laboratorio quale centro di osservazione e studio delle molteplici dimensioni del rapporto fra uomo e natura, e della possibile applicazione contemporanea di tali esperienze. Fare citta’ – La citta’ laboratorio come centro di progettazione e creazione della citta’ immaginata, desiderata, ma non (ancora) esistente. “Il lavoro si era mosso lungo queste quattro grandi direttrici – ha concluso – con l’augurio di tutti i partecipanti alla stesura del Dossier che la citta’ avesse comunque deciso di portare avanti, in ogni caso, la visione strategica elaborata in questi mesi e tante delle progettualita’ messe in campo”. L’architetto Franco Esposito – componente del Comitato Tecnico istituito dalla Fondazione Tercas a sostegno dell’attuazione dello studio commissionato dall’ente per l’analisi delle potenzialita’ del territorio teramano nonche’ affermato esperto e studioso di urbanistica – nel ricollegarsi alle affermazioni del presidente della Fondazione ha affermato quanto sia importante una riflessione collettiva e soprattutto l’avvio di un programma organico di (ri)organizzazione territoriale senza dei quali la comunita’ cittadina rischia di smembrarsi ulteriormente, con danni irreparabili per la vitalita’ di tutto il territorio comunale e provinciale. “Non sono in gioco solo gli esiti materiali di una ricostruzione e rigenerazione in termine di edilizia – ha dichiarato – sono invece in discussione i processi esistenziali ed i percorsi di ripresa e sviluppo di una intera comunita’, che si trova – sola e smarrita – a dover ridisegnare (prima) ed affrontare (dopo) il suo futuro”.
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