Macerie, la gente ha assunto la gestione – Domani il problema sarà affrontato e risolto
L’Aquila – E’ il popolo aquilano, con la sua voce forte e corretta, e le sue mille carriole portate in piazza nella zona rossa, che ha assunto la gestione dell’”affare” macerie. La democrazia ha riassunto nella città martoriata il suo significato vero, dal greco: governo di popolo. E L’Aquila, una volta tanto, impartisce all’Italia una lezione di comportamento, di fermezza, di logica e di giustizia sociale. L’appello lo hanno preso al volo, subito, la presidente Pezzopane, e il segretario PD Michele Fina, che stasera confermano a InAbruzzo.com: domattina presenteremo una bozza di ordinanza in otto punti per liberare la città dalle macerie. Niente procedura interminabile per cambiare le norme europee, niente strade lunghe e tortuose, ma semplicemente una proposta (dopo la riunione con il presidente Chiodi) da portare sul tavolo del Ministro Pretigiacomo, che la sta aspettando. Si agirà con norme e risorse locali, che vanno semplicemente prelevate e utilizzate nel rispetto delle leggi, dell’ambiente e delle procedure. Ma 11 mesi per non fare nulla sono troppi, intollerabili per la città , per la sua gente esasperata che urla: “Togliete le macerie e cominci la ricostruzione, la città ci venga restituita”.
E’ una salutare sferzata di energia e di sangue fresco quella del popolo aquilano, che senza barricate, ma anche con molta decisione assolutamente corretta, controllata, ha abbattuto recinzioni e divieti (prima emessi, poi rientrati) ed ha messo in piazza la sua volontà sovrana, che nessuna istituzione potrà contrastare.
Chi rimuginava su possibili occasioni di lucro e di tornaconto, se ne stia a casa e non si metta di traverso, perchè rischierebbe di essere travolto. Le macerie si tolgono e anche speditamente, usando mezzi legali e risorse reperibili. Sia l’esercito, sia la Protezione civile, sia chi sia, ma si tolgono e i siti per collocarle si trovano, usando la parte che si potrà usare, perchè – ricordiamocelo – “le macerie sono della gente aquilana”, come è stato urlato. Ora che la proposta c’è e sta sulle sue gambe, comincia forse veramente la ricostruzione. Stasera al TG4 Emilio Fede ha difeso l’operato del governo per L’Aquila e ha gettato le colpe sull’amministrazione. Forse, pur tenendo presenti le convinzioni politiche debordanti del giornalista Mediaset per eccellenza, qualche verità l’ha detta anche lui: 11 mesi di nulla moltiplicato nulla, per le macerie, significano pesantemente qualcosa. Ma la gente ha detto basta, e nessuno osi contrastarla.
PROTEZIONE CIVILE PRONTA – “E’ utile ribadire ancora una volta la piena disponibilita’ del dipartimento della Protezione civile a supporto delle competenti amministrazioni locali, cui spetta l’individuazione e l’allestimento delle aree da destinare a deposito temporaneo o allo smaltimento delle macerie, nonche’ la gestione dei siti stessi, cosi’ come e’ stata garantita in questi dieci mesi per tutte le attivita’ emergenziali”. E’ quanto specifica con una nota la Protezione civile, in riferimento ad alcune dichiarazioni riguardanti la gestione delle macerie del terremoto che ha colpito l’Abruzzo. “Gia’ a partire da pochi giorni dopo il terremoto del 6 aprile scorso – si ricorda- il dipartimento della Protezione civile ha coordinato con le amministrazioni competenti l’analisi speditiva e l’individuazione delle aree ritenute idonee nel territorio aquilano, tra le quali anche la cava ex Teges, prescelta con il Comune dell’Aquila quale unico deposito temporaneo ad oggi in esercizio. La realizzazione di tale sito e’ stata curata dal Commissario delegato mediante progettazione ‘in house’ e affidamento dei lavori, anche avvalendosi del concorso dell’Esercito e dei Vigili del fuoco”.
(Ndr) – La Protezione civile aveva, come riferì il nostro sito, già dato piena disponibilità a Porta a Porta della settimana scorsa, su richiesta precisa e chiara di Bruno Vespa. C’erano faccia a faccia Bertolaso e il sindaco Cialente. Il giorno dopo non accadde nulla, l’offerta di Bertolaso non fu neppure presa in considerazione, forse perchè era l’una e mezza del mattino e pochi guardavano la tv. Ma inAbruzzo.com la guardava, e ne riferì poche ore dopo. Perchè l’argomento cadde nel vuoto? (Nella foto Michilli: Il 14 febbraio è cominciata la protesta nella zona rossa, poi sempre crescente)
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