Che amarezza (e che disastro) il Gran Sasso ancora chiuso
L’Aquila – E’ capitato negli anni che la stagione bianca della montagna aquilana sia partita in ritardo o per niente almeno nel periodo migliore, le feste natalizie. Sempre a causa della neve insufficiente o caduta in misura inadeguata, e portata via delle temperature troppo alte, o dal vento.
Non si ricorda che la stagione non sia partita affatto per lavori in corso o altri motivi, mentre il Centro turistico cede sotto il peso dei debiti, i lavoratori restano senza stipendio, e la politica frana tra liti, dimissioni, mancate nomine o sostituzioni. Il record negativo è immancabilmente arrivato tra il 2017 e questo magro inizio del 2018. Con tanta gente, tra l’altro, che aveva sottoscritto l’abbonamento e non è stata rimborsata.
La sensazione più diffusa è di tristezza. Se l’amarezza riguarda i cittadini, gli aquilani che vedono stavolta davvero morire – turisticamente – il loro Gran Sasso, il dramma riguarda gli operatori politici e amministratori restano in silenzio. E’ evidente che non sanno cosa dire e come dirlo, non possono assumere impegni e si arrabattano in un culo di sacco. Le malefatte di anni e anni ricadono pesanti su chi oggi è indicato come responsabile. Ma di che?
Di un disastro che per decenni ha covato sotto la cenere, prima di esplodere. Oggi è persino difficile trovare chi se la senta di governare una situazione ingovernabile. Nessun esperto, nessuno che possa in qualche modo sentirsi interessato si farà avanti, tanto è difficile da risolvere il problema.
Non appare come spiraglio di soluzione , sia pure parziale, una apertura a febbraio, che comunque non potrà esserci prima di settimane. Un breve periodo di attività , che a molti appare comunque inattuabile, non risolverebbe nulla.
Allora?
Il sindaco e pochi altri capaci di adottare decisioni si muovano e affrontino come emergenza quella che è molto peggio di una grave crisi. Il Gran Sasso sia l’argomento più importante e pressante. Restare muti e inerti come rospi alle sassate è il peggio che possa accadere.
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