Una cosa è la crisi, un’altra il profitto


Il mondo della produzione, pilastro del capitalismo, è costruito sul profitto del tutto avulso da ogni aspetto umano o sociale. Parole da fine anni Sessanta? No, da oggi. E forse anche da domani. Esempio è l’azienda americana Honeywell di Atessa, che se ne va altrove non per crisi, ma per migliorare i suoi profitti. Lasciando sul lastrico 500 lavoratori e le loro famiglie. Mica bruscolini.
Non è che l’azienda non venda o sia con le pezze sui glutei: vuole solo produrre a meno, e vendere guadagnando di più, abbassando i costi del lavoro. Semplice, lineare. Lo capirebbe un bambino, non ho ha capito la politica che non ha mai sfornato leggi per attenuare – almeno – le conseguenze di simili disastri sociali ed economici. Vi sono altri casi in Abruzzo, ma Honeywell è un gigante e la sua strategia brucia, devasta il territorio e il tessuto sociale. Ma possono farlo, è lo hanno fatto. Così comincia il 2018. A saperlo, rimanevamo nel 2017.

PENSIERINO - Prendi una bottiglia di acqua minerale e ti si piega in mano, tanto è miserabile la plastica di cui è fatta. Tenti di aprirne un’altra, ma il tappo non si svita e occorre la forza di Maciste. Spesso le industrie, oltre che cattive, sono anche cretine.



08 Gennaio 2018

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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