L’odiato sacchetto a pagamento stressa i commercianti e fa infuriare i consumatori
Non sono i due centesimi da sborsare per ogni sacchetto (fatti i conti, una quindicina di euro in più all’anno mediamente)ma la beffarda trovata che viene percepita come una tassa.
Nei negozi, presso i quali abbiamo fatto qualche domanda a gestori e clienti, i commercianti sono stressati e i consumatori infuriati. Alla gente devo ripetere centinaia di volte – dice una commerciante – che è una legge e che dobbiamo far pagare i sacchetti obbligatoriamente.
Un altro commerciante con sopportazione ci ricorda che i sacchetti costano a lui 3 centesimi er portano un codice, quindi vanno conteggiati nello scontrino. Non si sfugge e le multe sono salatissime. Anche se per ora i controlli non ci sono stati o sono stati approssimativi.
I consumatori sono disinformati, oppure rassegnati, alcuni convinti che i commercianti ci guadagnino. Comunque in massa protestano e se la prendono. iato a pesare, per esempio, un frutto per volta saenza sacchetto. I commercianti pensano che frutta e verdura possa in seguito essere venduta invitando la gente a portarsi da casa la busta.
Di sicuro, la gente finirà con l’abituarsi e dimenticare, rassegnandosi. La domanda: cosa c’è sotto e chi ci guadagnerà ? L’italiano, abituato al peggio rifiuta di credere che si tratti di un’operazione sgradevole, ma pulita.
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