Centrale gas e silenzi complici
Sulmona – Scrivono i Comitati cittadini per l’ambiente: “Un Natale amaro quello dei sulmonesi e dei cittadini della Valle Peligna, che non hanno trovato pace nemmeno in questo periodo quando, perfino in guerra, gli eserciti contrapposti rispettano un periodo di tregua. Il 22 dicembre scorso, sul sito della Presidenza del Consiglio si legge: “Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha deliberato la condivisione dei pareri favorevoli, con condizioni, espressi in conferenza di servizi nel procedimento di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio nella Regione Abruzzo della centrale di compressione gas di Sulmona……” In attesa di avere la copia della delibera, vorremmo che i nostri rappresentanti politici che “esterrefatti” si affannano ora a dire che ricorreranno alla Magistratura per difendere il territorio, ci spiegassero cosa ha portato il Governo uscente a firmare il provvedimento. In questa vicenda la responsabilità della classe politica c’è tutta: il progetto risale al 2004. E’ dal novembre 2015, invece, ultimo incontro presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sia da parte dell’Assessore Gerosolimo sia dalla Regione, non abbiamo più notizie né sugli sviluppi delle procedure né sulla loro azione politica: sulla questione Snam hanno latitato per ben due anni di assoluto silenzio. I politici sembrano accorgersi solo ora della mannaia che si è abbattuta su questa Valle e, pronti a “stracciarsi le vesti”, dimenticano che quando avrebbero potuto e dovuto agire, non lo hanno fatto. La verità è che hanno spalancato le porte alla Snam e condannato questo territorio: basta ipocrisie! L’esito dell’incontro di ieri a Roma del Sindaco Casini e dei Sindaci del territorio con il consigliere politico di Gentiloni, ha portato al rinvio del decreto all’8 gennaio prossimo. Una pausa che non lascia intravedere ripensamenti o passi indietro del Governo che, avendo già firmato il provvedimento, ad esso deve far seguire l’emanazione del decreto che potrà essere impugnato solo con il ricorso alla Giustizia Amministrativa (TAR: quale sarà l’esito?) Ma ai cittadini una cosa è ben chiara: non si doveva arrivare alla firma del provvedimento autorizzativo e bisognava agire per tempo, non solo con atti deliberativi, ma anche e soprattutto sul piano politico. Ecco, questo secondo aspetto è mancato del tutto nonostante, da parte dei comitati cittadini ci sia stato, in questi dieci anni di lotta, un ripetuto richiamo in tal senso sia alla politica locale che regionale di adoperarsi presso il Governo centrale, affinchè la “Rete Adriatica” (centrale e metanodotto), non venisse autorizzata. Non concordiamo, pertanto, con quanto dichiarato dal Vice Presidente Lolli che ha affermato “….che questa battaglia si vince solo sul piano giuridico”. No, Vice Presidente Lolli, questa battaglia si sarebbe vinta da tempo con un’azione politica incisiva supportata dalle perizie di tecnici,consulenti ed esperti che esaminassero il progetto proposto e come vi abbiamo chiesto sino allo sfinimento. Con il verificarsi degli eventi sismici dello scorso anno, in un Paese democratico, si sarebbe dovuto mettere la parola fine su questa mastodontica opera, invece l’iter è andato avanti nonostante i comitati avessero richiesto al Presidente della Regione Abruzzo di porre in essere quella alleanza con gli altri Governatori delle Regioni coinvolte dal sisma per recarsi unitariamente dal Presidente del Consiglio e chiedere di fermare le procedure autorizzative e accantonare definitivamente il progetto sia per la centrale che per il metanodotto, data l’estrema pericolosità sismica dell’Appennino centrale e la non compatibilità dell’infrastruttura con tali aree. Alla Snam, che vuole dialogare anche con il territorio, ribadiamo che per noi la centrale non è sicura, (venga a “dialogare” sulle diverse esplosioni di metanodotti e centrali), non è a basso impatto ambientale (la Valle Peligna non è una landa desolata, né “una zona marginale circondata da anonime montagne”); al Governo diciamo che essa non è strategica e che, prima dei profitti della società proponente, viene il popolo e la sua sovranità!
Al Sindaco di Sulmona ed ai Sindaci del comprensorio ricordiamo che essi sono stati eletti per tutelare i diritti ed i legittimi interessi della nostra comunità contro tutti coloro che considerano il nostro territorio una “terra di conquista”: dalle lobby del potere economico ai politici che antepongono squallidi interessi di bottega al bene comune. Scelgano perciò, non la rassegnazione, ma la fermezza anche per tutte le altre vertenze della Valle Peligna, mobilitando il territorio: I cittadini si aspettano iniziative concrete ed efficaci subito! PER NOI LA BATTAGLIA CONTINUA!
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