Addio on. e sen., ora facce nuove
L’Aquila – Tutti a casa non è soltanto un ottimo film con Alberto Sordi, dedicato allo sfascio dell’Italia nel 1943. E’ anche un sospiro di sollievo, e un fervido auspicio degli abruzzesi allo scioglimento delle Camere firmato oggi da Mattarella.
Non per malanimo nei confronti degli on e dei sen di cui ci liberiamo dopo cinque anni, ma per legittimo desiderio di voltare pagina.
Il nostro malconcio Abruzzo era la prima regione del Mezzogiorno, e non lo è più. Zoppica e scianchiglia nel turismo, nella sicurezza e nella qualità ambientale, soffoca tra veleni e discariche tossiche, si sgretola tra valanghe e disastri idro-geologici, sopporta gravissimi ritardi negli adempimenti – tipo la mappa delle valanghe – attesi da anni e anni. Si amareggia tra inchieste e processi, assiste all’emigrazione dei giovani (non solo i cosiddetti cervelli), spesso e non volentieri è fanalino di coda in statistiche e graduatorie della qualità della vita. Ma soprattutto ha il suo capoluogo non ricostruito da nove anni nella quasi totalità delle opere pubbliche, chiese, monumenti, palazzi , strutture storiche. Oltre al capoluogo, comincia a soffrire dei ritardi ricostruttivi anche Teramo, e soffrono da anni centri minori.
Senza farla troppo lunga e amara, di cosa dovremmo essere contenti, di quale politica, di quali parlamentari?
L’unico perdonabile, almeno simpatico, è stato il senatore Razzi.
Di coloro che già scalpitano per essere candidati, meglio tacere.
Il solo volto nuovo potrebbe essere quello del marsicano del PD Michele Fina, di cui si è parlato sottovoce. Gli altri o sono cavalli di ritorno che in politica tentano di scalare le varie tappe della “carriera” (un tempo era cursus honorum, ora non è il caso…), o vecchi arnesi che mostrano i denti per non farsi rottamare,, oppure esponenti di un polveroso stile politico che ha portato – dicevamo – solo ad un Abruzzo scalcinato e sofferente. Niente di buono in ogni caso.
Quindi, scelgano facce nuove e pulite, o la gente non andrà a votare. E potrebbero prevalere gli arruffoni, i confusionari, gli arrivisti travestiti da anime pure.
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