In mille sfidano le transenne – Il sindaco: “E’ utile” ma in un primo momento c’era divieto…
L’Aquila – In mille hanno sfidato divieti e transenne dilagando nel centro storico “zona rossa”, fino a piazza Palazzo, presidiata dalla polizia che ha disposto cordini di agenti per impedire che i manifestanti penetrassero nella fitta rete di stradine attorno al centro. Si è infatti svolta puntuale, la “rivolta delle carriole”, la protesta con cui i cittadini intendono portare all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica la questione delle macerie non ancora rimosse dal centro, a quasi undici mesi dal terremoto. Il sindaco aveva dapprima vietato l’accesso nella zona rossa, poi parzialmente rivisto l’ordinanza, ma questa mattina non c’è stato divieto che tenesse e l’ingresso è stato consentito a gruppi di persone di 50 ciascuno: solo per poco, visto che alla fine ad essere andati oltre le transenne erano alcune centinaia.
Ma sono stati complessivamente oltre un migliaio i manifestanti. Il clima è stato di protesta e di polemica, ma anche festoso, con slogan , palloncini, battute salaci. Molti hanno praticato una raccolta differenziata delle macerie, insieme a tecnici che si occupano di separare materiale da recuperare e materiale da smaltire.
La manifestazione si è animata dopo che, al passaggio del corteo davanti a uno striscione che segnala i lavori in corso del “Consorzio Federico II” – del quale fa parte la società Btp coinvolta nell’inchiesta della Procura fiorentina (e ora anche della procura aquilana) sugli appalti per il G8 – i manifestanti hanno sollevato in alto le pale in segno di protesta. Tra gli slogan meno scherzosi “vergogna vergogna” e “L’Aquila libera”, “ridateci L’Aquila”, “sgombriamo le macerie” e un provocatorio “sgombriamo i commissari e le macerie ricicliamole”. Una delle organizzatrici, la professoressa Giusi Pitari, ha detto che la prossima volta la manifestazione si estenderà anche ai centri del cratere, come Villa S.Angelo. Alcuni hanno espresso condivisione dell’idea di una “tassa di scopo” per i terremotati.
In tanti, chi dice mille, chi due o tremila, hanno partecipato alla “rivolta delle carriole”. Uomini, donne, giovani e giovanissimi tutti uniti per liberare la città dalle macerie.Due ali di folla, da Piazza Palazzo a piazza Duomo,hanno consentito il passaggio di secchi pieni di terra, mentre “il popolo delle carriole” ha incessantemente continuato a depositare nelle carriole materiali da recuperare perchè utili alla ricostruzione. “Abbiamo riempito centinaia e centinaia di carriole”- dichiara Filippo D’Orazio-”La rimozione delle macerie è una delle pesanti voci a carico dei proprietari degli appartamenti della città e noi stiamo facendo un servizio che loro non pagheranno.L’intento del commissario Chiodi di dare l’incarico a imprenditori, con gare europee, che intanto toglieranno tutte le macerie per poi trasportarle,in un secondo momento, fuori dalla nazione,costerà milioni di euro; è facile capire che tutto ciò non ha nessun vantaggio economico nè logico”. L’azione non si fermerà ad un atto simbolico, domenica prossima si procederà alla “pulizia” del parco del Castello e continuerà nelle prossime settimane anche nei borgh
“E’ una manifestazione positiva, ordinata e “utilerrima” per far capire la situzione di emergenza al Governo- commenta il sindaco Massimo Cialente- Il giorno 3 marzo faremo un incontro con il Ministero; noi, in questo mese di commissariamento, abbiamo elaborato delle proposte. L’obiettivo che mi sono proposto è quello di liberare la città , non solo il centro storico,dalle macerie entro un anno.- continua il sindaco- Forse proprio grazie alla giornata di domenica scorsa e a questa riusciremo a far capire che bisogna compiere la normativa. Vi ricordate la favola del Re Nudo?- conclude Cialente- Ebbene domenica scorsa e oggi abbiamo detto tutti insieme che “il Re è Nudo”! “. Il sindaco ha dimenticato di ricordare che la manifestazione, in un primo momento, lui per primo l’aveva vietata, tornando poi sulla decisione.
MACERIE E REGOLE – Se non verranno apportate delle modifiche transitorie, per l’emergenza terremoto, sia alle normative nazionali e regionali sullo smaltimento dei rifiuti, L’Aquila rimarra’ ancora sotto le macerie. Ne e’ convinto il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente, che oggi ha partecipato alla manifestazione di piazza organizzata per protestare contro l’immobilismo che lascia la citta’ sotto 4 milioni di mezzo di tonnellate di macerie. Secondo Cialente “se non si modificano le normative che considerano le macerie rifiuti ‘normali’, sara’ impossibile risolvere il problema. Con queste modifiche invece contiamo in un anno di rimuovere le macerie che ci sono in citta’ e quelle che verranno ‘rigurgitate’ dagli edifici in cui man mano si avviano le opere provvisionali. E’ un problema -conclude- che denuncio da mesi, e che ancora una volta faremo presente mercoledi’ prossimo, insieme al presidente della Regione Gianni Chiodi, al ministro dell’Ambiente”. Modificando dunque la normativa si potranno avviare molto piu’ rapidamente le procedure di smaltimento dei rifiuti che oggi vengono raccolti in quantita’ minime, 500 tonnellate ogni 24 ore, e depositate, dopo essere state smistate nell’ex cava Teges, al momento unico sito attivo nella zona.
(La protesta in centro nella foto ANSA)
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