Le vie dell’Aquila in un librto


L’Aquila – Di Goffredo Palmerini -

– Sarà presentato a L’Aquila venerdì 15 dicembre, alle ore 17, al Palazzetto dei Nobili, il volume “Le Vie dell’Aquila – Toponomastica per immagini delle vie dell’Aquila intra moenia” di Gianni Ambrosio (Edizioni Libreria Colacchi, L’Aquila, 2017). Interverranno alla presentazione Sabrina Di Cosimo, assessore alla Cultura del Comune dell’Aquila, Walter Capezzali, presidente della Deputazione Abruzzese di Storia Patria ed estensore della Prefazione, Walter Cavalieri, storico, Cesare Ianni, presidente del Gruppo di Azione Civica “Jemo ‘Nnanzi”, e l’Autore. Il curatissimo libro fotografico – 512 pagine con 618 foto, 40 b/n e tutte le altre a colori e inedite – documenta per immagini tutte le vie aquilane all’interno delle Mura urbiche, per ciascuna annotando in didascalia anche l’origine del nome. Le foto sono state scattate tra l’aprile 2009 e il dicembre 2013. Per dare un’idea più compiuta dell’opera, conviene qui di seguito riportare la nota che lo stesso Gianni Ambrosio ha scritto quale Introduzione al suo volume.

«Nel volume ho proposto un’ampia lettura per immagini fotografiche delle vie dell’Aquila dentro le mura, raggruppate nei tradizionali “Quattro Quarti”. Le immagini stesse – tutte di mia proprietà – sono state scattate in bianco/nero negli anni ‘50 e ’70; la maggior parte, a colori e inedite, sono state da me realizzate tra l’aprile 2009 ed il dicembre 2013. Come fotografo, sia pure non professionista, ho sempre pensato che la fotocamera non dovesse essere una “fotocopiatrice” del mondo circostante; oggi, ho trovato conforto nella poetica della “Immagine immaginata” del noto fotografo aquilano Gianfranco Lelj e della supremazia dell’uomo sul mezzo tecnico. Ho, pertanto, deliberatamente aumentato la saturazione cromatica delle immagini al fine di rendere una Città meno “morta” e, nell’ambito di tale mancata fedeltà di riproduzione, mi sono voluto spingere anche oltre eliminando le scritte insulse sui muri ed i veri e propri rifiuti. Non le macerie.

Molteplici ed intuibili le finalità dell’opera. In primis ho voluto tributare un affettuoso omaggio all’Aquila ferita, mia Città di nascita, quindi rappresentare, in favore dei concittadini ma, soprattutto, dei nati dopo il 2009, quei luoghi di memoria che costituiscono patrimonio di ognuno. E, ancora, ho inteso indicare praticamente le vie all’interno delle antiche mura di cinta avendo cristallizzato con le immagini l’irripetibile momento storico dell’immediato post-terremoto. Ho anche voluto dare contezza della “ratio” della nomenclatura delle vie, sia quella originaria, derivante dai primitivi insediamenti dei castelli, sia quella storica successiva, e sia, infine, quella direttamente ispirata alla vita vissuta del Popolo Aquilano.

Nel lavoro mi hanno giovato il libro “L’Aquila nei cortili” di Walter Capezzali e Franco Soldani, “Le 170 chiese dell’Aquila dal ‘200 al ‘900” di Domenico Chiodi, “Le Vite degli Illustri Aquilani” di Alfonso Dragonetti, “La Città dell’Aquila” di Giorgio Stockel. E anche la “Toponomastica storica della Città di Aquila” di Quirino Bernardi e “Aquila in cartolina” di Maria Pia Renzetti, Luigi Marra e Franco Capaldi. Mio puntuale e quasi pedissequo riferimento, infine, è stato il “Viario Comunale” edito dall’Assessorato ai Servizi Demografici del Comune dell’Aquila. Un percorso, come è evidente, triste e difficile che, tuttavia, permetterà a tanti concittadini di oggi di rivivere i luoghi a loro più cari ed a quelli di domani di poter effettuare un utile raffronto con la “Civitas nova” nel frattempo sorta. »

Gianni Ambrosio nasce a L’Aquila nel 1949 e sin da giovanissimo s’interessa all’immagine. I suoi primi scatti risalgono agli anni ’50 e da lì prosegue lungo la strada che lo porterà ad essere un fotoamatore evoluto sviluppando e stampando da sé il bianco-nero. I successivi, crescenti impegni professionali – Funzionario e Segretario Generale della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila – non gli impediscono di continuare ad avere quel rapporto diretto con L’Aquila e le sue immagini. Passa, necessariamente, alla fotografia elettronica maturando, anche, qualche tecnica di post-produzione. Al verificarsi dei tristi eventi cittadini ha l’intuizione di fotografare, alla luce della nobile teoria della “immagine immaginata”, tutte le vie dell’Aquila “intra moenia” in un periodo “irripetibile” che va dal 2009 al 2013. Ancora oggi è possibile vederlo immerso nelle vie della sua amata Città, sempre con la fotocamera al seguito.


12 Dicembre 2017

Categoria : Cultura
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