Domani in Abruzzo sciopero nazionale medici ospedalieri: sit-in e assemblea all’Aquila
L’Aquila – (F.C.). In Abruzzo domani, martedi’ 12 dicembre, dirigenti medici e sanitari dei principali sindacati dei medici ospedalieri, incroceranno le braccia in adesione a uno sciopero nazionale di 24 ore proclamato da Anaao Assomed, Cimo, Aaroi Emac, FpCgil medici e dirigenti Ssn, Fvm, Fassid, Cisl medici, Fesmed, Anpo Ascoti Filias medici, Coordinamento Nazionale delle aree contrattuali medica e veterinaria Uil Fpl. Le sigle protestano contro la legge di bilancio 2018 e in difesa della sanita’ pubblica. Domani, all’Aquila, i medici e i dirigenti sanitari si raduneranno per un sit-in, dalle 11 alle 12, nel piazzale davanti all’ospedale “San Salvatore” e per un’assemblea che, a seguire, si svolgera’ nell’aula “Alice Dal Brollo”. “Le risorse economiche stanziate sono inadeguate rispetto al prolungato saccheggio dei fondi contrattuali e alle economie realizzate grazie al turn-over dei dirigenti medici e sanitari, in assenza di controlli da parte delle Regioni”, sottolinea il segretario dell’Anaao in Abruzzo, Filippo Gianfelice. “Le trattative per il rinnovo del contratto collettivo della dirigenza medica e sanitaria sono in fase di stallo, segno della volonta’ di sabotare il contratto da parte delle Regioni, prorogandone di fatto il blocco. L’esame di ammissione alle Scuole di specializzazione lascera’ fuori dai percorsi formativi e dall’accesso al lavoro 10 mila giovani medici in tutta Italia mentre il Servizio Sanitario non trova specialisti, nel disinteresse di fatto delle istituzioni. Infine, i processi di stabilizzazione dei precari, compresi quelli addetti alla ricerca, sono in grave ritardo per volonta’ anche delle Regioni, che intendono risparmiare su di loro”. “Il ministero della Salute e le Regioni lavorano ad una determinazione dei fabbisogni di personale che tratta il lavoro medico come prodotto da catena di montaggio”, accusa Gianfelice, “comprime il tempo di cura, peggiorando la qualita’ dell’assistenza e della prevenzione, ed incrementa esponenzialmente i rischi clinici per i pazienti. Le Regioni, che hanno garantito i Livelli essenziali di assistenza (Lea) a spese dei professionisti, tentano di sottrarsi agli obblighi contrattuali ponendoli in alternativa con il diritto alla salute dei cittadini”.
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