La grottesca storia dsel Megalò Due


UNA PANTROMIMA ALL’ABRUZZESE TRA DRAMMATICO E RIDICOLO -

E’ una pessima storia, un ritratto dell’Abruzzo in bilico tra miliardi, consumismo, soprassalti di coscienza, resipiscenze, contraddizioni, ipocrisie, quella del Megalò Due per il quale oggi dovrebbero avere inizio i lavori. Una storia drammatica, perché sono in ballo centinaia di posti di lavoro subito e in futuro, e ridicola perché dimostra in quale vortice di insipienze viviamo.
Bastano poche riflessioni.
Chi vuole costruire l’immenso centro commerciale sostiene di avere le carte in regola. Nessuno può dubitarne, trattandosi di gente – come si usa dire – con le palle.
Se l’opera a Chieti e Cepagatti non si voleva, molti anni fa le autorità competenti avrebbero dovuto dire alt e fermare tutto sul nascere, anzi prima. La Regione avrebbe dovuto alzare la voce, sindacati, politici, commercianti e ambientalisti avrebbero dovuto opporsi con ogni mezzo legale. L’iter degli affaristi verso le scartoffie che oggi vengono descritte come in regola non avrebbe dovuto neppure cominciare.
Ma così, evidentemente, non è mai stato. Nell’ombra, erano in tan ti a volerlo il supercentro commerciale, per fare affari, partecipare, intervenire, chiedere raccomandazioni per i posti di lavoro. I soli ad essere da sempre contrari sono i piccoli commercianti. Ma il gigantesco meccanismo dei soldi e degli affari ormai è in moto. La verità che tutti conoscono ma negano è che in Abruzzo da trent’anni si spiana la strada alla grande o enorme distribuzione, come dimostra il fatto che ne abbiamo in proporzione più che in ogni altra regione.
Ciò fa supporre che alla fine Megalò Due spunterà e nessuno lo fermerà. Solo perché nessuno vuole fermarlo davvero. E non sarebbe neppure lecito farlo, se, come dice, ha le carte in regola.


11 Dicembre 2017

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