Flamini: “6 aprile sia dedicato per sempre al patrono cittadino S.Massimo”
L’Aquila – “Vorrei che il 6 aprile potesse diventare anche il giorno del nostro Santo Patrono, San Massimo. Quel San Massimo che siamo sicuri ha protetto la sua comunità in un momento tanto drammatico”. Ad auspicarlo e’ Stefano Flamini, primario del Reparto di Ortopedia dell’ Ospedale, nella lettera aperta indirizzata alla citta’ e alle sue istituzioni con una proposta in vista del primo anniversario del terremoto, che riportiamo: “Il 6 aprile 2009 alle ore 3.32 un disastroso terremoto ha segnato la vita di tutti noi e la storia della nostra città. I momenti successivi a quella terribile scossa sono stati vissuti in modo diverso da ognuno di noi ma, probabilmente, provando le stesse sensazioni ed emozioni. La paura, anzi il terrore, l’incredulità dei primissimi istanti hanno poi lasciato il posto al dolore, alla percezione netta di aver perso tutto, di essere “sfollati”, di non avere più non soltanto la casa ma anche i luoghi e i punti di riferimento della nostra quotidianità. In pochi secondi le nostre vite sono state stravolte da un’esperienza, da un evento, che resterà ricordo doloroso ed indelebile. Un ricordo che, per chi come noi lavora in un reparto di Traumatologia, in un ospedale che ha subito gravissimi danni a causa di quell’ evento sismico, significa volti, grida di dolore, richieste di aiuto, corse contro il tempo per far fronte ad ogni necessità, condivisione totale di un dramma che non può essere dimenticato e che dovrà servire da lezione alle generazioni future. Agli aquilani che fra trecento anni abiteranno ancora questa bellissima e martoriata città e che potranno trarre insegnamenti utili da quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo noi, gli aquilani di oggi; quegli aquilani che ricordavano a malapena e solo perché legato all’inizio dei festeggiamenti del carnevale l’altro catastrofico terremoto che ha distrutto L’Aquila e il suo territorio, i suoi “castelli”. Per questo, ma anche perché abbiamo vissuto da vicino toccando con mano l’esperienza di dolore e morte che un evento del genere provoca, vogliamo lanciare una proposta alla comunità. Sarebbe necessario che il 6 aprile diventi un giorno della memoria per la città, un giorno speciale di ricordo e commemorazione che non si perda con il passare degli anni e con la scomparsa dei testimoni diretti. Un giorno speciale legato se possibile, proprio come il sisma del 2 febbraio 1703, ad una ricorrenza speciale. Non sappiamo quanto ciò possa essere realizzato ma sarebbe bello che il 6 aprile potesse diventare anche il giorno del nostro Santo Patrono, San Massimo. Quel San Massimo che siamo sicuri ha protetto la sua comunità in un momento tanto drammatico.
Crediamo che riuscire a far diventare questo giorno una tappa importante e ogni anno scandita dalla commemorazione possa servire a non dimenticare il volto dell’Aquila e dei suoi abitanti, possa servire a non dimenticare 308 vittime e migliaia di feriti anche molto gravi. Un giorno della memoria che possa spronare ad andare avanti e a fare in modo che eventi del genere non possano più provocare tanta disperazione.
Non solo per noi e per i nostri figli dobbiamo “ricordare”, ma anche per Celestino, Bernardino, Giovanni, Antonuccio, Lalle, Iacopo, Buccio…che ci hanno permesso di vivere L’Aquila che abbiamo vissuto!
Stefano Flamini
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