Veleni da sempre, inerzia pure


Alcuni secoli orsono (inizio anni Sessanta del ’900…) andavamo in giro per l’Abruzzo in bicicletta, non potendo fruire di altri mezzi. Diverse volte meta era Pescara. Quando si arrivava a Piano d’Orta dalle Gole di Popoli sulla Tiburtina, bisognava coprirsi bocca e narici e pedalare fino a sfiatarsi, per superare velocemente la zona. C’erano odori tremendi, fumi, sentori di veleno e di tossicità. Un inferno.
Oggi sentiamo raccontare che si procede verso una perimetrazione della zona, ormai abbandonata ma intrisa di venefici residui chimici.
Insomma, dopo Bussi, aggiungiamo un altro luogo micidiale nel quale non si farà nulla per recuperare decenni di criminale assenza a tutti i livelli. Sommando due nulla, si ottiene un altro nulla, che è il nulla di prima. E’ l’Abruzzo regione verde,, terra felice di foreste, laghi, mari, nevi: il tutto sempre con condimento di veleni datati, tollerati, forse favoriti. E non rimossi . Così si avrà sempre un argomento elettorale da sfoderare. Fingendosi eroi vittime degli errori di “prima”.

PENSIERINO – Se uno stesso elettrone, uno solo, transita in due fessure parallele e separate, come avviene in un celebre esperimento quantistico, o se due particelle distanti miliardi di km sono in pratica la stessa particella, come avviene in un altro celebre esperimento, è chiaro che il mondo non è come ci appare.



29 Novembre 2017

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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